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Alessandro, il lavoratore cieco licenziato dopo lo sblocco: “Voglio giustizia”

Alessandro Cambarau, 51 anni, l’1 luglio – nel primo giorno dello sblocco dei licenziamenti – ha perso il lavoro. Cambarau ha un’invalidità al cento per cento. Mercoledì il suo licenziamento sarà preso in carica dalla Camera del lavoro e probabilmente inizierà una vertenza: “Questo lavoro mi serviva e credo che il licenziamento sia ingiusto”, racconta a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessandro Cambarau ha 51 anni e vive vicino a Lodi. Fino all'1 luglio lavorava per la FLSmidth Maag Gear di Segrate. Proprio giovedì, nel primo giorno dello sblocco dei licenziamenti, Alessandro ha perso il lavoro. Eppure alcuni giorni prima aveva concordato con i titolari il rientro in azienda perché a fine giugno sarebbe scaduta la cassa integrazione. Il 51enne, che ha una invalidità al cento per cento a causa di una cecità, chiede a gran voce giustizia. Mercoledì il suo licenziamento sarà preso in carico dalla Camera del lavoro e poi probabilmente inizierà una vertenza.

I problemi alla retina e il licenziamento

"Questo lavoro mi serviva e credo che il licenziamento sia ingiusto", racconta Cambarau a Fanpage.it. Inizialmente il 51enne faceva il programmatore di controllo numerico computerizzato: "In un occhio avevo già problemi. Nel 2011 purtroppo – continua – ho avuto il sollevamento alla retina e la mia vista è degenerata. Praticamente ho un residuo visivo del 2 per cento". Questo ha costretto Alessandro a ricollocarsi nel 2019 sempre in azienda. Da programmatore è diventato portinaio per poi quattro giorni fa trovarsi con una lettera di licenziamento.

Aveva presentato domande di inabilità lavorativa tre volte

"Non ho voluto perdere la vista. Non è colpa mia. Non è che quando non vi servo più, buttiamo tutto. Questo è un po' quello che fa rabbia". Alessandro aveva presentato domande di inabilità lavorativa tre volte, ma è stata bocciata perché "secondo lo Stato poteva andare a lavorare". Prima della lettera di licenziamento, il 51enne aveva proposto all'azienda di poter adottare sistemi e computer adatti per chi non vede: "Avevo fatto i preventivi, ci vorrebbero tremila euro ma non è stato voluto". Mercoledì la sua pratica sarà presa in carico dalla Camera di Lavoro e poi probabilmente si aprirà una vertenza: "Sinceramente vorrei giustizia. Ognuno si merita il diritto al lavoro, alla vita. Se a una persona gli arrivano dei problemi, una malattia non è colpa sua".

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