Albino, 150 sedie vuote sospese in aria per ricordare le vittime di Coronavirus

Era stata proposta alcune settimane fa dal presidente di un'associazione culturale, Fabio Gualandris. Adesso la sua idea è "sospesa" sulla testa di tutti i cittadini di Albino e di tutti coloro che passano dal grosso paese della Val Seriana, in provincia di Bergamo, che come altri centri della zona è stato colpito in maniera molto dura dalla pandemia di Coronavirus. Da alcuni giorni sulla strada principale del paese sono state sospese, per aria, 150 sedie verdi vuote. Un modo per ricordare le 150 persone che, nel solo mese di marzo, sono decedute in paese secondo quanto ha registrato l'ufficio anagrafe, contro i 19 decessi del marzo dell'anno prima.
L'installazione si chiama "150 sedie nel cielo di Albino" e resterà visibile per tutta l'estate. Il suo promotore ne aveva riassunto così il senso: "150 come il numero di albinesi che ci hanno lasciato nel marzo 2020, ‘a memoria di quei lutti nel tempo di pandemia'. Vuote a sottolineare quelle assenze. Verdi per tenere sempre viva la speranza. A stagliarsi nel cielo in segno di costante presenza".
Il sindaco: Iniziativa toccante, ti rendi conto di chi ci ha lasciato
Per il sindaco Fabio Terzi si tratta di un'iniziativa molto toccante: "Quando vedi tutte queste sedie, ti rendi conto visivamente delle persone che ci hanno lasciato – ha detto al quotidiano "Il Giorno" – La sedia vuota offre l’idea della persona che non c’è più, pensi a quegli uomini e a quelle donne che lì erano sedute, si sono alzate, non sono più tornate". Ad Albino sono morte 197 persone dal 23 febbraio fino a maggio. Fanpage.it aveva dedicato un reportage a questa cittadina che, come altri centri della Val Seriana come Fiorano e Vertova, hanno subìto gravi lutti ma sono stati un po' oscurati, sui media, da quanto accaduto a Nembro e ad Alzano Lombardo, i due paesi in cui avrebbe dovuto essere istituita la zona rossa. Anche ad Albino, però, marzo è stato un mese da incubo: "Per noi amministratori è stato un momento molto intenso – ci aveva detto il sindaco -. Nessuno mai si sarebbe aspettato una situazione del genere, che ci cascasse addosso una pandemia che, dopo cent’anni, forse, qui nessuno aveva mai visto. È stata una cosa da incubo, da guerra".