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Aggrediti lo scrittore Jonathan Bazzi e il regista del film tratto dal suo libro Febbre

Lo scrittore stava effettuando un sopralluogo a Rozzano, la città in provincia di Milano in cui è nato, per le riprese del film tratto dal suo romanzo di esordio.
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Jonathan Bazzi
Jonathan Bazzi

Lo scrittore Jonathan Bazzi e un regista cinematografico suo amico sono stati aggrediti mentre facevano un sopralluogo a Rozzano per la prossime riprese del film tratto dal libro "Febbre", finalista nel 2000 al Premio Strega. A raccontare l'accaduto è stato lo stesso Bazzi su Twitter.

L'aggressione a Rozzano

L'aggressione è avvenuta sabato 17 dicembre a Rozzano, cittadini in provincia di Milano di cui Bazzi è originario. Lo scrittore 37enne era lì insieme al suo amico che curerà la regia per la trasposizione cinematografica del suo romanzo d'esordio "Febbre", che racconta di come ha scoperto di essere sieropositivo.

"Siamo stati a Rozzano con quello che sarà il regista di ‘Febbre' e, mentre passeggiavamo scattando delle foto, siamo stati aggrediti da un gruppo di ragazzini in monopattino", racconta Bazzi, che già lo scorso 15 agosto aveva denunciato un'aggressione omofobia nei suoi confronti a Todi.

"Da due sono diventati sei, sette, otto: dalla piazza del comune ci hanno inseguito per una ventina di minuti, urlando e lanciandoci palle di neve sintetica (presa dalla pista di pattinaggio), che per fortuna, data la densità, non ci hanno raggiunto, e lattine piene, che invece l’hanno fatto".

Il post su Twitter

Nel suo lungo post su Twitter Bazzi non ha negato di aver avuto paura e di non essere riuscito a reagire. Ma poi ha rivolto una pesante critica a chi amministra la città di Rozzano.

"Conosco che posto continua a essere quello in cui sono nato, – ha scritto Bazzi – nonostante chi lo governa – e ahimè spesso anche chi ci vive – si ostini a negare a oltranza".

"Il mancato rapporto con la verità – ha concluso – è la piaga dei posti come Rozzano, l’istanza condivisa dai più è il ripiegamento omertoso. ‘Non è più come una volta', ‘qui c’è anche tanta gente perbene', e in un sabato pomeriggio qualunque si finisce rincorsi da piccoli automi addestrati a difendere la piazza dei traffici illeciti dei loro genitori, amici, fratelli".

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