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A Milano torna il corteo in ricordo di Sergio Ramelli, protesta l’Anpi: “Manifestazione neofascista”

Dopo due anni di Covid, torna il corteo del 29 aprile in ricordo di Ramelli. Il percorso è stato deciso con la questura di Milano che ha imposto alcuni divieti. Alla commemorazione istituzionale parteciperà anche Sala. Protestano Anpi e Osservatorio democratico: “Manifestazione neofascista”.
A cura di Enrico Spaccini
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Il corteo del 29 aprile 2015
Il corteo del 29 aprile 2015

Dopo due anni, a Milano torna il corteo organizzato dalle sigle di destra radicale per commemorare il ricordo di Sergio Ramelli. La manifestazione prevista per venerdì 29 aprile, 47 anni dopo la morte dell'esponente di Fronte della gioventù (l'organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano), è stata approvata dalla questura e dalla prefettura "con riserva". Chi parteciperà al corteo dovrà rispettare alcuni divieti e il percorso stabilito con le autorità. Non mancano le proteste dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia milanese, ma Beppe Sala è stato chiaro: "C'è una regola, che è quella data dalla legge e dalle decisioni del questore e del prefetto". Il sindaco di Milano parteciperà alla commemorazione istituzionale che si terrà, come ogni anno, ai giardini intitolati a Ramelli, ucciso nel 1975 da un gruppo di militanti di estrema sinistra. Non si esclude la partecipazione della presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che sarà in città per partecipare alla conferenza del suo partito.

Il programma della giornata

Il programma del 29 aprile è più o meno lo stesso da anni. Fatta eccezione degli ultimi due caratterizzati dalle limitazioni dovute alla pandemia, si inizia sempre con la commemorazione di carattere istituzionale per Sergio Ramelli. Sala ha confermato la sua presenza: "Vado perché mi sembra giusto e sono passaggi della storia della nostra città". Poi nel pomeriggio partirà il corteo, che nel tempo ha consolidato una certa ritualità. Il punto di partenza, però, sarà diverso dal solito: non più piazzale Susa, ma piazzale Gorini e terminerà in via Paladini dove 47 anni fa fu ucciso Ramelli. Si passerà anche nei luoghi dove sono stati uccisi, sempre il 29 aprile, Enrico Pedenovi (politico del Msi ucciso nel 1976 dai terroristi di Prima linea) e Carlo Borsani (braccio destro di Mussolini ucciso dai partigiani nel 1945). Un percorso stabilito insieme alla questura e alla prefettura, che hanno imposto alcuni divieti a chi parteciperà: non si può marciare in modo "inquadrato" o militare, niente tamburi, saluti romani o vessilli riconducibili al Ventennio, alla Repubblica sociale né al nazismo.

Le proteste di Anpi e dell'Osservatorio democratico

Paletti necessari, vista l'esperienza degli ultimi anni. Come ricorda Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale di Milano, su Facebook: "Negli anni trascorsi la manifestazione neofascista del 29 aprile si è sempre caratterizzata con la esibizione di croci celtiche, saluti romani, con un forte richiamo nostalgico al passato militare e razzista del regime fascista". Critico anche l'Osservatorio democratico sulle nuove destre che prevede un corteo in cui "si saluterà romanamente e si marcerà con tamburi e fiaccole in stile Norimberga anni Trenta". Sia Anpi che l'Osservatorio considerano questa manifestazione "un passo indietro dal 25 aprile", un evento "non accettabile in contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione repubblicana e con le leggi Scelba e Mancino".

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