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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

A Milano la Curia vende un bosco a una società immobiliare, palazzi sostituiranno gli alberi nel silenzio del Comune

Un’area boschiva di circa 21mila mq in via Falck, periferia nord ovest di Milano, rischia di essere compromessa da un nuovo progetto edilizio attualmente in fase di approvazione negli uffici del Comune. Dall’inizio i residenti, sentiti da Fanpage.it, si sono opposti alla trasformazione dell’area di proprietà della Curia, la quale venderà il lotto al fondo immobiliare Redo srg.
A cura di Chiara Daffini
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Laudato si’, cemento no”. Non si stancano di ripeterlo gli abitanti del quartiere Gallaratese, periferia nord-ovest di Milano. Qui, fatta eccezione per qualche palazzina residenziale e alcune villette su due piani, a farla da padrone sono prati e alberi. Almeno per ora, perché il timore dei residenti, intercettati da Fanpage.it, è che il polmone verde a due passi dalle loro case venga spazzato via dal piano San Leonardo, una cittadella residenziale con torri fino a 11 piani, pensata per rispondere alla fame di case in città.

Il bosco della Curia a un fondo immobiliare

L’area interessata è quella tra via Enrico Falck e la stazione metropolitana San Leonardo, un terreno di circa 63mila mq appartenente alla Fondazione Casa del Giovane La Madonnina, costola della Curia milanese. Gli spazi comprendono, oltre a una chiesetta ancora frequentata e a qualche stabile invece dismesso, una superficie boschiva di circa 21mila mq.

L’ingresso della Fondazione Casa del Giovane in via Falck
L’ingresso della Fondazione Casa del Giovane in via Falck

La Casa del Giovane, creata in questo lotto di terra da don Abramo Martignoni, era nata come punto di riferimento educativo e religioso per giovani, studenti o lavoratori provenienti dalle aree marginali dell’Italia nel secondo dopoguerra. Più recentemente, aveva cominciato a ospitare ragazzi profughi senza famiglia, fuggiti da contesti di guerra. Fino alla dismissione di ogni attività nel 2023 e la ricollocazione degli ospiti della comunità nelle parrocchie cittadine. Questo perché la Curia si è impegnata a vendere i terreni al fondo immobiliare Redo Srg.

Un simile cambiamento – ha spiegato a Fanpage.it il presidente della Casa del Giovane La Madonnina, Giovanni Carrarasi è reso necessario per esigenze economiche della Fondazione ed è stata quindi nostra volontà acquisire, tramite la vendita dei terreni, le risorse necessarie per portare avanti la nostra missione educativa e sociale”.

Il preliminare di compravendita non è stato reso disponibile dal Comune, che dice di non esserne in possesso. Secondo quanto riferito da Carrara a Fanpage.it, tale atto sottoscrive la cessione del lotto, ad esclusione della chiesetta e di alcuni stabili attigui, che rimarranno a uso della Fondazione: “Quella a cui il terreno verrà venduto è ben lontana dall’essere una cifra speculativa – precisa Carrara tenendo però riservato il prezzo di vendita -, d’altronde non potrebbe essere altrimenti, visti i progressivi limiti di edificazione a cui il progetto è andato incontro dalla presentazione del piano iniziale fino a oggi”.

Infatti, dopo quattro tornate in Commissione Paesaggio, la superficie edificabile in San Leonardo è passata dai 63.645 mq inizialmente previsti a 41.323 mq, ma i dettagli dell’ultima versione del piano attuativo, anche su richiesta di accesso civico agli atti, non sono stati resi disponibili dal Comune.

Uno squarcio del bosco di via Falck
Uno squarcio del bosco di via Falck

La difesa del bosco e la variante “non variante”

Residenti storici e cittadini sensibili alla causa si sono riuniti nel Comitato Popolare per la Difesa del Bosco di via Falck. “Visto che uno dei soggetti implicati in questo progetto edilizio è la Curia – spiega il portavoce del Comitato, Giuseppe Sipalaci piace fare riferimento alla "Laudato si’" di Papa Francesco: quando si dice che bisogna difendere la natura, ecco, questo nostro impegno ne è l'esempio concreto” .

La stima massima di alberi da abbattere, secondo la proprietà, sarebbe di 20 piante: “È impossibile che ciò avvenga – precisa però Luciano Mura, del Comitato -: anche se hanno detto che non costruiranno sulla zona boschiva più folta, per arrivare alle palazzine bisognerà passare da lì e ad oggi il bosco è talmente fitto da rendere impossibile l’accesso persino a piedi. Sarà quindi necessario realizzare vialetti o strade, senza considerare poi le zone di ingombro per i cantieri”.

Ma come si è arrivati, nella Milano delle piste ciclabili, delle aree B e C e dell’economia green, a poter costruire una cittadella residenziale dove sorge un bosco? Il lotto di via Falck, dove sono stati censiti oltre 600 alberi comprese specie protette, era classificato fino al 2017 come verde urbano, su cui, secondo la normativa urbanistica vigente, l’indice di edificabilità è di 0,35 mq/mq.

L'11 marzo 2015, tuttavia, arriva al Comune di Milano un’istanza firmata dal presidente della Fondazione Casa del Giovane La Madonnina. Nella stessa si chiede la rettifica della classificazione dell’area e la sua trasformazione in residenziale, in quanto la zona boschiva sarebbe “privata, recintata e non fruibile al pubblico”, quindi “da escludersi dal sistema di verde urbano”.

Il Comune recepisce tale istanza e con la delibera del 13 marzo 2017 rettifica la classificazione dell'area di via Falck per "errore materiale, non costituente variante. Il cambiamento viene motivato anche dalla prossimità della stazione della metropolitana San Leonardo e l’area diviene “a destinazione residenziale”, con un indice di edificabilità di fatto triplicato (1 mq/mq).

Delibera del 13/03/2017 con cui è stata approvata la riclassificazione dell’area di via Falck
Delibera del 13/03/2017 con cui è stata approvata la riclassificazione dell’area di via Falck

In pratica l'area di via Falck, insieme ad altre in città, viene riclassificata nel suo uso (e quindi anche nel suo indice di edificabilità) attraverso una semplice delibera e non con il più articolato processo della variante al piano di governo territoriale (pgt), che avrebbe previsto maggiori passaggi e controlli. Tale procedimento viene giustificato con l'"errore materiale", cioè si assume che la precedente classificazione fosse un errore di forma nella trascrizione all'interno del pgt.

Modalità, questa, criticata dall’avvocata Veronica Dini, che rappresenta il Comitato per la difesa del bosco di via Falck: “Stravolgere la destinazione urbanistica di un’area che tecnicamente è un bosco, e in quanto tale tutelato ex lege, attraverso le procedure per la correzione degli errori materiali, senza considerare e discutere pubblicamente una variante, è un’altra anomalia della prassi amministrativa del Comune. Si è trattato il caso come se si parlasse di un giardino condominiale. Singolare. Soprattutto visto il progetto che poi è stato presentato”.

Oneri di urbanizzazione, bonifiche e documenti secretati

Tra i punti sollevati dal Comitato e dal Municipio 8, a cui afferisce l’area, ci sono le opere di bonifica, previste a seguito del rinvenimento di una contaminazione da metalli, ipa e idrocarburi pesanti. L’ultimo piano attuativo presentato dovrebbe prevedere la realizzazione della bonifica da parte del costruttore, come confermato a Fanpage.it dalla Fondazione Casa del Giovane.

Il computo metrico delle opere di bonifica previste nell’ambito del piano non è però stato reso pubblico dal Comune, con la seguente motivazione: “Posto che le parti controinteressate [Redo e Fondazione Casa del Giovane La Madonnina, ndr] […] hanno presentato […] motivata opposizione […] evidenziando che le società sono portatrici di interessi economici e commerciali meritevoli di riservatezza, e in particolare, segnalando che il computo metrico delle opere di bonifica riporta informazioni strategiche, in quanto atti strettamente di natura privatistica, che contengono un know how aziendale […]”.

Rendering, non definitivo, del piano attuativo San Leonardo
Rendering, non definitivo, del piano attuativo San Leonardo

Un’altra criticità evidenziata dai cittadini sarebbe relativa agli oneri di urbanizzazione: stando all’ultima versione – non quella definitiva – del piano attuativo a disposizione del Comitato, la cifra che i costruttori del San Leonardo devono al Comune per compensare il nuovo carico urbanistico arriverebbe appena a 495.757 euro. Un valore estremamente basso se si considerano le dimensioni del progetto, ma giustificato dal fatto che ne sarebbero dedotte le opere a scomputo (ben 4.491.316 euro, dall’ultima documentazione resa pubblica, anche questa però non definitiva), cioè quei lavori a beneficio della collettività che il privato costruttore realizza direttamente anziché versare la relativa quota all’amministrazione locale.

Una nuova querelle nasce proprio su queste opere a scomputo: "Nell'ultimo piano attuativo che siamo riusciti a ottenere – dice il portavoce del Comitato Giuseppe Sipala – si parlava di “Fornitura e posa di panchine lineari, 8.800 euro cadauna, fornitura e posa di panchine smart con schienale, 5.200 euro [cad], fornitura e posa di tavoli 10.850 euro… Ma quante case popolari potevano essere ristrutturate con queste cifre? – si chiede Sipala -. Per non parlare degli arbusti che vogliono mettere: se come dicono vogliono salvare tutte le piante, mi chiedo che bisogno c’è”.

Si parla però, è bene sottolinearlo, di cifre ipotetiche, perché anche in questo caso Palazzo Marino non ha fornito la rendicontazione aggiornata degli oneri a scomputo, affermando che “L’Amministrazione non dispone di alcuna documentazione in merito”.

Lo studentato e i fondi perduti

Il piano prevede anche la realizzazione di uno studentato di oltre 10mila metri quadrati, che affiancherebbe le parti di edilizia pubblica (8.595 mq) e privata (22.276 mq) previste in via Falck. E proprio per finanziare questo segmento specifico del progetto Redo sgr aveva chiesto e ottenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca quasi 12 milioni di fondi Pnrr, oltre a agevolazioni fiscali sul credito d’imposta.

Un tesoretto a cui il fondo immobiliare ha dovuto tuttavia rinunciare nel giugno 2025, non avendo – si legge nella relativa nota inviata al Ministero – “ancora ottenuto i relativi titoli abilitativi, nonostante ci siamo attivati in tempo utile con le amministrazioni locali competenti per richiedere le deroghe urbanistico-amministrative previste dalla normativa, che tuttavia non ci sono state accordate” e evidenziando che “La suddetta circostanza ci impedisce di assumere qualsiasi impegno”.

Siamo stati condizionati dalla stagnazione delle pratiche negli uffici comunali preposti, in seguito alle note vicende giudiziarie", dice Redo, interpellata da Fanpage.it. E assicura: "Lo studentato si farà lo stesso e non sono previste modifiche nel piano attuativo depositato in Comune. Naturalmente, pur trattandosi sempre di una struttura convenzionata, i costi per gli utenti finali potrebbero essere superiori rispetto al previsto, dovendo ammortizzare costi di costruzione che sarebbero stati altrimenti coperti”.

La maxi inchiesta urbanistica

Ad accidentare il percorso del progetto San Leonardo non poteva mancare la maxi inchiesta urbanistica che da un anno e mezzo ha travolto la città di Milano. Ben inteso, il caso in questione non rientra per ora tra quelli finiti nel mirino della Procura ed è stato presentato un piano attuativo con i tradizionali criteri di approvazione. Tuttavia le ombre dell’indagine dei pm si allungano fino a questo lembo di periferia.

Il collegamento è evidenziato nella richiesta di misura cautelare, poi caduta, nei confronti, tra gli altri, dell’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e dell’ex presidente della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni, ad oggi entrambi indagati. La richiesta era stata inviata al gip Mattia Fiorentini dai pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini il 28 luglio 2025 e nel documento sono riportate le chat tra Tancredi e Marinoni del 24 giugno 2024, nelle quali Tancredi raccomanda a Marinoni di “fare un passaggio giovedì alle 13.30 con i progettisti del Pa San Leonardo, quello della diocesi in q.re Gallaratese”. Ma aggiunge: “E forse sarebbe bene anche con un vice o un delegato perché tu non puoi partecipare all’esame per il conflitto di interessi”. Subito arriva la rassicurazione di Marinoni: “Ciao. Si sento Giovanni Oggioni”.

Da sinistra: l’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni
Da sinistra: l’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni

Secondo i pm, l’ex assessore Tancredi, intenzionato a dare il buon esito al piano San Leonardo, avrebbe consigliato all'allora presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, di aggirare un conflitto di interessi che lo riguardava, presentandosi alle trattative con i costruttori insieme all'architetto Giovanni Oggioni. Oggioni, anche lui ai tempi membro della Commissione e per primo arrestato per corruzione e poi scarcerato, sarebbe così figurato al posto di Marinoni come rappresentante dell'organo.

I Verdi a Sala “Il progetto deve essere rivisto”

Sul piano attuativo San Leonardo e il relativo bosco sono intervenuti in questi giorni i Verdi Milano: i capigruppo Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini hanno posto la revisione del piano suddetto tra le condizioni che presenteranno al sindaco Beppe Sala per rimanere nella maggioranza.

Non possiamo più permetterci di intaccare il patrimonio boschivo e naturale della città – spiega a Fanpage.it la consigliera Francesca Cucchiara -. Dobbiamo anzi cercare il più possibile di ripristinarlo e quindi chiediamo, in questo come in altri casi di piani attuativi al vaglio, di fare uno sforzo in più per la tutela del verde, con consumo del suolo zero o meglio ancora in negativo". Richiesta che guarda a un riassetto della città anche in relazione al cambiamento climatico: “Quando si verificano fenomeni atmosferici di particolare intensità e i territori vengono alluvionati – sottolinea Cucchiara –  è anche perché il suolo non è più permeabile”.

Parole a cui si aggiungono quelle di Tommaso Gorini: “Questo è un meccanismo su cui andare ad agire direttamente sul piano di governo territoriale: se tutte queste nuove volumetrie, almeno in fase di progetto, sono possibili è perché San Leonardo, avendo accanto il metrò, è considerato come ambito ad alta accessibilità e quindi gode di premi volumetrici, cioè è possibile edificare di più. Il concetto non è di per sé sbagliato, perché far vivere le persone preferibilmente in prossimità delle fermate dei mezzi pubblici riduce l’utilizzo di auto, ma diventa un controsenso quando per costruire nuove case si rischia di compromettere un bosco”.

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