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Covid 19

A Crema intitolata una piazza ai medici di Cuba che hanno aiutato la città durante prima ondata Covid

Intitolata a Crema una piazza per la Brigata di medici cubani che durante la prima ondata del contagio da Covid-19 sono sbarcati nella cittadina a prestare il loro soccorso. Da oggi si chiamerà piazzale Brigata Herny Reeve. Grande la commozione all’inaugurazione. La sindaca ha detto: “Quella di oggi è la rappresentazione visibile di un annidamento nel cuore della nostra comunità”.
A cura di Filippo M. Capra
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Da oggi si chiama piazzale Brigata Henry Reeve. È la piazza intitolata alla brigata di medici cubani che sono corsi in aiuto della Lombardia e di Crema durante il periodo più buio della prima ondata del contagio da Covid-19. Alla celebrazione era presenta la sindaca della cittadina Stefania Bonaldi, l'ambasciatore e il console di Cuba, il presidente nazionale e locale dell'Associazione amicizia Italia-Cuba.

Intitolata una piazza ai medici cubani che hanno aiutato Crema

Grande la gioia per l'inaugurazione del piazzale. La sindaca Bonaldi, commossa, ha detto che "quella di oggi è la rappresentazione visibile di un annidamento nel cuore della nostra comunità, qualcosa che è già accaduto ormai diversi mesi fa e che in questo momento formalizziamo, dichiarandolo pubblicamente, rendendolo testimonianza, costituendolo patrimonio comune". La prima cittadina di Crema ha poi ricordato tutte le vittime del Covid, spiegando che i medici di Cuba sono stati "testimoni dei nostri lutti". I medici dell'isola al largo della Florida sono state "come persone di casa  e sanno quanto noi che dietro a ognuna di quelle vite c'è un lamento che rimarrà per sempre sospeso nell'aria, nella nostra storia, nelle nostre sensibilità".

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Su Facebook, la sindaca ha aggiunto che "con il piazzale che oggi intitoliamo alla brigata Henry Reeve, aggiungiamo un luminoso capitolo al libro cremasco dei ricordi, ma nello stesso tempo esaltiamo il presente, perché siamo ancora qui, insieme, a ricordare ciò che va ricordato, un elenco lungo di apprendimenti e di persone che fanno parte dello stesso contenitore, perché il dolore e le lezioni devono andare di pari passo".

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