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Emergenza lavoro

“A 53 anni sono costretta a vivere con la Naspi anche se ho vinto un concorso pubblico”: la storia di Giovanna

Giovanna (nome di fantasia) è una donna di 53 anni che attualmente vive con la Naspi (Indennità di disoccupazione). Ha cambiato diversi lavori. Ha avuto esperienze lavorative dove è stata vittima di mobbing e insulti e dove viveva con soli 400 euro al mese.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
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Giovanna (nome di fantasia) ha 53 anni e vive nella provincia di Brescia. Percepisce la Naspi (Indennità mensile di disoccupazione) e vive con il marito che, da pochissimo tempo, è in pensione. I due hanno due mutui da estinguere e diverse spese da sostenere. La loro vita quindi non è semplice: "Sono molto preoccupata", ha raccontato la donna a Fanpage.it.

La 53enne ha lavorato per otto anni in un'azienda del Bresciano: "Mi hanno assunta con un contratto part-time, ma con la promessa che ne avrei avuto uno con orario full-time. Questo non è mai arrivato pur lavorando come se lo avessi. Allo stipendio stabilito dal contratto part-time era aggiunta una quota in nero", ha spiegato.

"Io volevo un full-time e per questo motivo ho cercato un altro lavoro sempre nella contabilità, che è il mio settore. Sono stata contattata da un'azienda molto nota in zona che, dopo una serie di colloqui, mi ha assunta. Dopo un periodo di tempo, la persona che mi ha fatto il colloquio ha iniziato a fare mobbing nei miei confronti. Quel periodo è stato molto difficile. Mi sono messa in discussione: ho iniziato a pensare che fossi io il problema, che lavorassi male pur avendo riscontri positivi", ha precisato.

"Poi, durante la pandemia da Covid-19, mi è stato chiesto di firmare la riduzione dell'orario lavorativo. Per convincermi, mi è stato detto che anche i miei colleghi lo avevano fatto. Solo dopo aver apposto la mia firma, ho scoperto che non era vero.  Successivamente è arrivata la cassa integrazione. Tra questa e la riduzione dell'orario di lavoro, ricevevo 400 euro al mese. All'epoca mio marito era disoccupato. Era impossibile vivere".

Giovanna ha lasciato quell'attività e ha trovato occupazione in una ditta che si occupava di riciclaggio di rifiuti: "Anche qui ho trovato un capo che mi insultava e riversava le sue frustrazioni su di me. Ho deciso di licenziarmi dopo soli trentatré giorni".

Tramite un'agenzia interinale, è stata assunta in sostituzione malattia in un'altra azienda: "Dopo un mese e mezzo, appena è rientrata la persona che sostituivo, è terminato il mio contratto. Ho potuto però accedere alla Naspi. Ho ricominciato a cercare lavoro assiduamente. Sono entrata in contatto con una società che si occupa di corsi di riqualificazione per persone non giovani. Ho trovato un'occupazione part-time in un vivaio: ho firmato un contratto a tempo determinato della durata di un anno. Mi è stato promesso che alla scadenza, sarei stata assunta a tempo indeterminato".

"Questa azienda è praticamente nata con me. Abbiamo costruito tutta la contabilità, ho sistemato diversi programmi e ho aiutato in qualsiasi cosa. Trascorso un anno, mi è stato detto che non avevo le competenze di un commercialista. Hanno assunto con contratto full-time una persona più giovane con esperienza decennale in uno studio di commercialista".

"Ho avuto un crollo. Ho pensato che fossi il problema. Ho chiesto spiegazioni, ma mi è stato detto che non era assolutamente successo nulla. Preferivano quest'altra persona. Mi hanno fatto una lettera di referenza con parole bellissime".

Adesso le cose, però, sembrerebbero andare verso la giusta direzione: "Con un'altra agenzia di somministrazione, ho trovato lavoro in un ente pubblico. Mi è stato detto però che per l'assunzione, era necessario superare un concorso. Ho studiato e ho passato sia la prova scritta che orale. Sono in graduatoria. Certo, c'è una cosa che mi lascia basita. Un'altra mia collega, che è stata bocciata, continua a lavorare per loro. Le rinnovano infatti il contratto. Ho chiesto spiegazioni e mi è stato detto che a lei è stato possibile cambiare mansione. Non lo hanno potuto fare con me perché altrimenti sarei uscita dalla graduatoria e non avrei potuto accedere all'assunzione".

"Sto quindi aspettando. Il concorso l'ho fatto a giugno 2023. È già passato un anno. La graduatoria è valida per due. Tra me e l'ultima persona che è stata convocata, ci sono pochissime posizioni di differenze. Probabilmente entro qualche mese dovrei lavorare. Però, per il momento, non è facile. Io ho la Naspi che dopo sei mesi si è ridotta, mio marito è riuscito ad andare in pensione. Abbiamo però diverse spese da sostenere".

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