A 17 anni uccide i genitori e il fratellino con più di 100 coltellate: al via il processo per la Strage di Paderno

È stato fissato per il prossimo 15 maggio, davanti alla giudice Paola Ghezzi del Tribunale per i minorenni di Milano, il processo abbreviato a carico di Riccardo C., che a 17 anni ha ucciso con 108 coltellate il padre, la madre e il fratello di 12 anni nella loro villetta a Paderno Dugnano, nel Milanese, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2024. L'accusa è di triplice omicidio volontario pluriaggravato.
La perizia psichiatrica disposta dalla gip del Tribunale per i minorenni di Milano, Laura Pietrasanta, ed eseguita dallo specialista in psichiatria e in criminologia clinica, Franco Martelli, ha stabilito che il 17enne (oggi 18enne) era solo parzialmente capace di intendere e di volere al momento dei fatti poiché "viveva tra realtà e fantasia, voleva rifugiarsi in un mondo fantastico e per raggiungerlo era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti". Esiti poi confermati anche davanti alla gip e ai consulenti dei pm Sabrina Ditaranto ed Elisa Salatino e della difesa, col legale Amedeo Rizza.
"Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima, mi sentivo un estraneo. Non ce l'avevo con loro", aveva già messo a verbale il ragazzo, portando allo scoperto un suo "malessere" che durava da tempo, e che si sarebbe acuito soprattutto in estate. "Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero", aveva detto ancora, spiegando come, però, "è stata solo la sera della festa che ho pensato di farlo", dopo aver giocato alla PlayStation con il fratello minore.
Il prossimo 15 maggio il ragazzo andrà a processo con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato (anche dalla premeditazione). La difesa ha chiesto che il ragazzo venga processato con rito abbreviato che prevede, in caso di condanna, uno sconto di un terzo della pena, già diminuita come stabilito dalle norme della giustizia minorile: per lui non sarà infatti prevista la pena dell'ergastolo, e riceverà sconti di pena fino a un terzo rispetto a quanto previsto dal codice penale dei maggiorenni. Teoricamente, per la contestazione di omicidio aggravato anche dalla premeditazione il ragazzo potrebbe rischiare una pena attorno ai 20 anni o anche superiore, ma si dovrà tenere conto nel caso dello sconto del rito abbreviato, delle eventuali attenuanti e soprattutto del vizio parziale di mente, accertato dal perito.