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L’Ue frena sull’abolizione del passaggio tra ora legale e solare: non arriverà prima del 2021

Molto probabilmente lo stop al cambio tra ora legale e ora solare nell’Unione Europea non arriverà nel 2019, come annunciato dal presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker: la presidenza austriaca del Consiglio dell’Ue ha infatti messo sul tavolo una proposta che prevede di mantenere fino al 2021 il regime sul cambio dell’ora attualmente in vigore.
A cura di Charlotte Matteini
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Poche settimane fa, dopo la diffusione degli esiti di un sondaggio commissionato dalla Commissione Europea per sondare le opinioni dei cittadini riguardo il cambio tra ora solare e ora legale nei vari Stati membro, il presidente della Commissione UE, Jean Claude Juncker, aveva annunciato che molto probabilmente, stante la contrarietà della maggior parte dei partecipanti al sondaggio al cambio orario, le istituzioni Ue avrebbero provveduto ad abolire il cambio tra ora legale e ora solare già dal 2019. A quanto pare però, a distanza di poche settimane dall'annuncio, la situazione sarebbe cambiata e sembra che lo stop al cambio orario non arriverà prima del 2021.

La presidenza austriaca del Consiglio dell'Ue ha infatti messo sul tavolo una proposta che prevede di mantenere fino al 2021 il regime sul cambio dell'ora attualmente in vigore. I ministri dei Trasporti dell'Unione Europea ne discuteranno formalmente per la prima volta lunedì prossimo e, a parte poche eccezioni, come Germania e Finlandia, lo stop allo spostamento di lancette e soprattutto la libertà lasciata agli Stati membri di scegliere quale "fuso" utilizzare tra ora legale e ora solare sono stati accolti con freddezza da gran parte dei governi nazionali degli stati membro dell'Unione europea.

Secondo molti capi di governo, infatti, il permettere a ogni stato europeo di scegliere quale orario tenere durante l'anno potrebbe causare non pochi problemi e portare al caos. Da un lato Germania e Finlandia vogliono farla finita con l'ora legale, che prolunga le già lunghe serate estive di un'ora, ma dall'altra parte gran parte del Sud Europa preferirebbe conservare quell'ora in più. Nella consultazione pubblica lanciata in estate dalla Commissione, i cittadini di Portogallo, Cipro e Polonia si sono infatti dichiarati favorevoli all'ora legale, mentre quelli di Finlandia e Danimarca hanno dato la propria preferenza all'ora solare. Non sembra esserci accordo sul tema invece in Olanda, Belgio e Lussemburgo, dove i cittadini sono letteralmente divisi, tanto che i governi centrali hanno chiesto alle istituzioni Ue di avere più tempo, almeno un anno, per permettero

Nelle discussioni a livello tecnico nell'Ue, diverse delegazioni nazionali hanno chiesto alla Commissione maggiori informazioni sull'impatto che la fine del cambio dell'ora potrebbe avere sull'economia e il buon funzionamento del mercato interno, soprattutto relativi all'impatto su imprese e famiglie. "Un cambio di sistema porterà anche costi temporanei", si legge infatti nella valutazione di impatto contenuta nella proposta legislativa della Commissione: "Se i costi attuali generati dal cambio di orario semestrale scompariranno, ci saranno costi temporanei per passare a un nuovo regime senza cambi stagionali. I sistemi informatici dovranno essere riprogrammati e riconfigurati. Nel settore dei trasporti, gli orari dovranno essere aggiustati e sarà essenziale dare un certo tempo di adattamento per un cambiamento di questo tipo".

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