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London Shadow: Damien Hirst e gli artisti che scioccarono una generazione in mostra a Napoli

L’irriverente arte inglese nella mostra “London Shadow” sbarca a Napoli giovedì 18 ottobre. L’esposizione, a cura del noto critico d’arte Luca Beatrice, espone le opere di sedici artisti che fecero l’arte contemporanea inglese dagli anni Ottanta ai primi anni Novanta da Damien Hirst a Gilbert & George.
A cura di Laura Ghiandoni
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L'irriverente arte inglese raccolta nella mostra "London Shadow" sbarca a Napoli giovedì 18 ottobre. L'esposizione, a cura del noto critico d'arte Luca Beatrice, espone le opere di sedici artisti che fecero l'arte contemporanea dagli anni Ottanta ai primi anni Novanta. Un'autentica rivoluzione raccontata in ventitré opere realizzate da coloro che scioccarono una generazione.  Tra i nomi presenti Damien Hirst, noto soprattutto per una serie di lavori contraddittori e provocanti, tra cui corpi di animali (come squali tigre, pecore e mucche) imbalsamati e immersi in formaldeide, e Gilbert & George, che attraverso la comunicazione indagarono lo spazio tra artista e vita e attraverso gli allestimenti sconvolsero lo spazio e demolirono la sacralità dell'opera.

Durante l'inaugurazione, che si svolgerà alle ore 18.00, aprirà le danze il dj set a cura di Giorgio Valletta che proporrà una selezione dei brani sinonimo della scena musicale britannica degli anni ’90, con particolare attenzione al pop britannico, divenuto fenomeno di fama internazionale. La serata continuerà fino alle 22 con canzoni note della rivoluzione dance-elettronica, che in quegli anni vide la Gran Bretagna protagonista, e con alcuni grandi pezzi della scena di Bristol (il cosiddetto “trip hop”), che molte tracce ha lasciato nel suono dei decenni successivi. Un compendio sonoro testimonianza di quanto la musica di quegli anni abbia influenzato e interagito con gli artisti rappresentati nella mostra stessa.

L'esibizione si svolge alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli. Saranno esposte opere di Damien Hirst e Jason Martin, pittore che elabora i toni monocromatici, i fiori monumentali di Marc Quinn e la manipolazione digitale nei ritratti di Julian Opie.

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