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Gentiloni ha giurato al Quirinale: è il nuovo presidente del Consiglio

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato l'incarico al ministro degli Esteri per formare il nuovo esecutivo per uscire dalla crisi di governo. "Priorità: aiuti alle popolazioni terremotate e legge elettorale". L'opposizione però non ci sta.

07:56

Renzi si è dimesso, al Quirinale Grasso, Boldrini e Mattarella per le consultazioni

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Ieri Matteo Renzi ha rassegnato formalmente le dimissioni. Alle 19 il premier è salito al Colle, dove ha messo nero su bianco quanto annunciato nella notte di domenica, quando si è profilata la vittoria del No al referendum costituzionale. Una nota del Quirinale emessa ieri in serata spiega che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto il presidente del Consiglio, "il quale, essendosi concluso l'iter parlamentare di esame e di approvazione della legge di bilancio, ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti".

Aperta così la crisi di governo, da questo pomeriggio alle 18 inizeranno le consultazioni al Quirinale, che proseguiranno fino a sabato pomeriggio. I primi a essere incontrati da Mattarella oggi saranno i presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini e il presidente emerito della repubblica Giorgio Napolitano; gli ultimi, sabato, saranno i gruppi di Forza Italia, Movimento 5 stelle e Partito democratico.

La giornata di ieri è iniziata con l'approvazione in Senato della legge di Bilancio, su cui il governo ha posto la questione di fiducia. Poi, alle 17 e 30, era stata convocata la direzione del Pd, durante la quale il segretario ha spiegato la sua posizione: "Siamo il partito di maggioranza relativa e dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica a trovare una soluzione", ha detto, proponendo che al Quirinale salga una delegazione "composta da uno dei due vicesegretari, Guerini, dal presidente" Matteo Orfini "e dai due capigruppo" Ettore Rosato e Luigi Zanda. E che la direzione del partito "sia convocata in modo permanente per consentire alla delegazione di venire a riferire quando vi saranno elementi di novità", perché "si decide insieme". Renzi ha poi spiegato che "se le altre forze politiche vogliono andare a votare noi siamo pronti, dopo il 24 gennaio. Se invece si vuole continuare la legislatura, allora serve che anche gli altri partiti se ne carichino il peso, perché non possiamo appoggiare da soli un Governo di responsabilità nazionale e sentirci ripetere che siamo ‘il quarto Governo non eletto'".

Le opposizioni, però, spingono perché si voti subito. Il Movimento 5 stelle ha depositato a Montecitorio una proposta di legge che estende i principi del sistema elettorale della Camera anche al Senato, in modo che, "il giorno dopo che la Consulta si sarà pronunciata, avremo già una legge elettorale per entrambi i rami del Parlamento". La Lega Nord, invece, minaccia che senza un voto in tempi celeri, chiamerà "i cittadini in piazza".

A cura di Claudia Torrisi
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