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Le ultime parole di Jo Cox: “Il dolore è troppo forte”

Sono state queste le ultime parole pronunciate da Jo Cox prima di morire, secondo il racconto di Fazila Aswat, l’assistente della deputata laburista.
A cura di Davide Falcioni
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"No, il dolore è troppo forte". Sono state queste le ultime parole pronunciate da Jo Cox dopo essere stata colpita dal suo aggressore. A renderle note a ITV News è stato Gulham Maniyar, padre di Fazila Aswat, l'assistente della deputata laburista. Maniyar, che in passato è stato consigliere comunale del Labour, ha raccontato che la figlia aveva cercato di aiutare la Cox che giaceva agonizzante a terra. All'invito ad alzarsi rivoltole dall'assistente, ora in stato di choc, la deputata ha tuttavia risposto che il dolore causatole dalle ferite era troppo forte.

Chi era Jo Cox

Jo Cox, 41 anni, da un anno era deputata alla Camera dei Comuni e militava nelle fila del Partito Laburista, organizzazione per la quale si stava intensamente spendendo nelle ultime settimane nella campagna referendaria sul Brexit. Era una donna però assai impegnata anche sul fronte dei diritti umani e veniva considerata una grande speranza nel partito di centrosinistra inglese, tanto da essere una delle papabili nel ricoprire un ruolo di responsabilità in un eventuale futuro governo "labour".

Si era astenuta nel voto sulla guerra in Siria

Jo si era formata nel mondo dell'attivismo e del volontariato: laureata a Cambridge, era stata dirigente di Oxfam e aveva lavorato anche per Save the Children e la NSPCC (la principale organizzazione non governativa britannica contro la violenza sui bambini). Inoltre era stata consulente della moglie dell'ex primo ministro laburista Gordon Brown, molto attiva in una serie di campagne in favore degli immigrati.

Proprio la causa degli immigrati e il loro sostegno erano stati l'elemento maggiormente ricorrente negli ultimi mesi di attività politica della Cox, presidente – tra le altre cose – del gruppo trasversale di Westminster chiamato ‘Friends of Syria'. Proprio in riferimento alla Siria, si era astenuta in occasione del voto ai Comuni sul via libera all'azione militare britannica nel Paese mediorientale, sostenendo che serviva una soluzione di ampio respiro per risolvere il conflitto.

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