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La legge sull’aborto è salva: la Consulta respinge il ricorso sulla 194

La Corte ha dichiarato manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale della legge n. 194 sull’interruzione di gravidanza, sollevata dal giudice tutelare del Tribunale di Spoleto per il caso di una minorenne che voleva abortire senza coinvolgere i genitori.
A cura di Biagio Chiariello
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La Legge sull'aborto è salva. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato manifestamente inammissibile, la questione di legittimità costituzionale dell'art. 4 della legge n. 194 sull'aborto. A sollevare il caso era stato, nel gennaio scorso, un giudice del Tribunale di Spoleto dopo la richiesta da parte di una 16enne di abortire senza aver coinvolto i genitori in questa sua scelta. La giovane aveva dichiarato di non essere «in grado di crescere un figlio», nè di essere nella condizione di affrontare un evento che per la ragazza avrebbe significato uno «stravolgimento esistenziale».

La questione sull'aborto è stata dunque portata all'attenzione della Consulta. Secondo il magistrato umbro, infatti, il caso rappresentava un conflitto dell’articolo 4 (quello che stabilisce le circostanze che consentono l’aborto nei primi 90 giorni) con una serie di altre principi costituzionali (in particolare con l'art.2 e l' art 32, cioè rispettivamente quelli sulla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e sul diritto fondamentale alla salute dell’individuo), oltre che con una sentenza della Corte di Giustizia europea che riconosce nell’embrione un «soggetto da tutelarsi in assoluto». Ad essere in discussione, quindi, non era il diritto della ragazza minorenne di scegliere l'aborto, ma le motivazioni all'origine della scelta di una interruzione di gravidanza.

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