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La famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido da Cosa Nostra, verrà risarcita dallo Stato con 2,2 milioni di euro

A distanza di 22 anni circa dall’omicidio, la famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino che nel 1996 venne sciolto nell’acido dopo due anni di sequestro, verrà risarcita dallo Stato con 2,2 milioni di euro. Il risarcimento è stato addebitato al boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, a Benedetto Capizzi, Cristoforo Cannella, Francesco Giuliano, Luigi Giacalone e al pentito Gaspare Spatuzza, ma verrà erogato attingendo dal fondo speciale per le vittime di mafia.
A cura di Charlotte Matteini
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Giuseppe Di Matteo.
Giuseppe Di Matteo.

La famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino che nel 1996 venne sciolto nell'acido dopo due anni di sequestro, verrà risarcita dallo Stato. Il tribunale civile di Palermo ha infatti stabilito un risarcimento da 2,2 milioni di euro in favore dei familiari superstiti – la madre Francesca Castellese e il fratello Nicola Di Matteo – perché secondo il giudice Paoli Criscuoli – come scrive il Giornale di Sicilia – "è stata lesa la dignità della persona, il diritto del minore ad un ambiente sano, ad una famiglia, a uno sviluppo armonioso, in linea con le inclinazioni personali, ad un'istruzione. Beni ed interessi di primario rilievo costituzionale che, pertanto, trovano diretta tutela, anche risarcitoria". 

Così, a distanza di 22 anni dal terribile omicidio di mafia, la famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo riceverà un risarcimento da oltre due milioni di euro che sarà a carico dello Stato, o meglio del fondo speciale per le vittime di Mafia. Circa 400mila euro sono già stati versati come provvisionale alla famiglia del bambino e a breve sarà erogata la restante somma. Secondo quanto si apprende, il risarcimento è stato addebitato al boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, a Benedetto Capizzi, Cristoforo Cannella, Francesco Giuliano, Luigi Giacalone e al pentito Gaspare Spatuzza, tutti condannati per l'omicidio del giovane Di Matteo.

Non disponendo però tutti di beni sufficienti (tutti sequestrati), i boss non potranno materialmente pagare il risarcimento e dunque il denaro sarà attinto dal fondo speciale dello Stato per le vittime di mafia. Il piccolo Giuseppe Di Matteo venne rapito il 23 novembre 1993 – a poco meno di 13 anni- per intimidire il padre del bambino, Santino, un pentito che aveva deciso di collaborare con la giustizia. Dopo due anni di sequestro e mesi di sevizie e torture, venne infine sciolto nell'acido.

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