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La Catalogna vota sì, al via il processo d’indipendenza dalla Spagna

Il parlamento di Barcellona ha approvato la proposta secessionista con 72 voti positivi e 63 contrari. Ma per il Governo Rajoy il documento: “Non ha alcun valore e non può avere alcuna conseguenza”. Annunciato ricorso alla Corte Costituzionale.
A cura di Biagio Chiariello
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Passi avanti nella strada che porta all’indipendentismo catalano. Il parlamento di Barcellona ha approvato una mozione che segna l'inizio del processo verso la costituzione di uno "stato indipendente" catalano "sotto forma di Repubblica". 72 i voti dei deputati a favore, 63 quelli contrari. Ma il governo di Madrid si dice già pronto a reagire: “Utilizzeremo lo stato di diritto per impedire che questa sfida alla democrazia si compia – dice il premier Mariano Rajoy in una dichiarazione ufficiale da Salamanca -, metteremo in marcia tutti i meccanismi che la legge ci concede. E’ un tentativo che disprezza la pluralità spagnola. Ma i cittadini stiano tranquilli: la Catalogna resterà in Spagna e in Europa. Siamo una democrazia avanzata”. Il premier Rajoy definendo anticostituzionale l'ipotesi di una Catalogna indipendente, ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei Mininistri, che presenterà ricorso alla Corte Costituzionale.

La Catalogna vuole la secessione

Il documento è stato presentato dalle due liste secessioniste Junts pel Si del presidente uscente Artur Mas (che ha promesso di portare la Catalogna all’indipendenza nel 2017) e dei radicali della Cup, che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento catalano, dopo la vittoria degli indipendentisti alle elezioni del 27 settembre. La mozione dichiara esplicitamente che non verranno più rispettate le sentenze delle istituzioni spagnole, ed in particolare di ‘disobbedire' alle ingiunzioni della consulta di Madrid. Ma è proprio all’alta corte madrilena che il governo Rajoy si rivolgerà come prima reazione ufficiale. Il voto del Parlament, accolto con cori a favore dell'indipendenza da parte di centinaia di manifestanti riuniti davanti alla sede del Parc de la Ciutadella di Barcellona, è avversato un po’ da tutti i partiti di Spagna. “E’ un attentato alla democrazia”, dice Susana Diaz, governatrice dell’Andalusia e potente dirigente socialista. Contrari anche i centristi di Ciudadanos guidati da Albert Rivera.

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