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28 Luglio 2025
11:55

Perché i gatti odiano l’acqua anche se tutti sanno nuotare?

I gatti sanno nuotare molto bene se serve, ma la maggior parte detesta bagnarsi. Il motivo? Per un micio, bagnarsi completamente è quasi sempre una sensazione sgradevole, che li fa sentire più vulnerabili o a disagio e che non è mai stata molto presente nella loro "storia" evolutiva.

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I gatti sanno nuotare molto bene se serve. Ma saper nuotare non significa necessariamente volerlo fare

È risaputo: i gatti e l'acqua spesso non vanno molto d'accordo. Bastano poche gocce per assistere a fughe teatrali, salti acrobatici e sguardi "offesi”. Eppure, molti mici amano giocare con le fontanelle, osservare l'acqua che scorre dal rubinetto o addirittura tentare di "catturarla" con le zampe. Inoltre, i felini domestici sanno nuotare anche molto bene quando serve, perché allora molti sembrano odiare l'acqua così tanto?

La verità è che, come spesso accade con i gatti, la risposta è molto più sfumata e complessa di quanto sembri. È vero che la maggior parte dei mici non ama bagnarsi, ma esistono anche delle eccezioni. C'è chi tollera l'acqua meglio di altri o persino farsi un bagno al mare o in piscina. Tuttavia, esistono motivazioni molto precise e ben radicate – biologiche, evolutive e comportamentali – per cui il contatto con l'acqua viene vissuto come estremamente sgradevole per la maggior parte dei gatti domestici.

I gatti sanno nuotare per istinto

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I gatti sanno nuotare bene e alcuni apprezzano anche un bel tuffo al mare o in piscina

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i gatti sanno nuotare, quando serve. Non è un'abilità che devono imparare con l'esperienza, ma un comportamento innato, in un certo senso istintivo, presente in quasi tutti i mammiferi. Se un gatto cade in acqua, nella stragrande maggioranza dei casi riuscirà quindi a nuotare tranquillamente fino a riva, muovendo le zampe in modo coordinato per mantenere la testa fuori. Del resto, saper nuotare è un'abilità molto utile in natura per qualsiasi animale.

Pensiamo a un gatto selvatico che cade in un fiume o che deve attraversare un corso d'acqua per cacciare o scappare da un predatore. Anche se la situazione può essere stressante, l'istinto lo guiderà nel movimento corretto per salvarsi. Ma al di là della sopravvivenza immediata, sapersi adattare agli imprevisti e alle situazioni è anche uno dei segreti del successo dei felini. Esistono infatti anche gatti ormai semiselvatici che si sono adattati perfettamente a vivere in ambienti acquatici o costieri, come alcune colonie feline in Grecia o in Turchia.

Anche i gatti possono quindi imparare non solo ad avere a che fare con l'acqua, ma persino ad apprezzarla o quantomeno tollerarla, se serve. Saper nuotare, in ogni caso, non significa necessariamente volerlo fare. Ed forse così che si potrebbe riassumere il rapporto conflittuale che molti gatti hanno con l'acqua. Ma per quale ragione i mici – a differenza per esempio dei cani – sono tendenzialmente così ostili verso l'acqua?

Perché i gatti "odiano" l'acqua

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I gatti sono in grado di nuotare molto bene e alcuni amano anche il contatto con l’acqua

Per quanto siano capaci di nuotare, la maggior parte dei gatti domestici preferisce infatti tenersi quasi sempre ben lontana dall'acqua. Le ragioni dietro questa naturale repulsione sono numerose e si intrecciano tra evoluzione, comportamento e sensibilità sensoriale: per un gatto, infatti, bagnarsi è estremamente fastidioso. Il suo mantello non è particolarmente idrorepellente e una volta bagnato tende ad appesantirsi, rendendo i movimenti più faticosi, lenti e goffi.

Quando si bagnano, provano quindi una sensazione decisamente sgradevole, per cui un gatto bagnato è – solitamente – un gatto infastidito, più vulnerabile e meno efficiente nei movimenti. Inoltre, bagnarsi significa anche "azzerare" in parte odori e segnali chimici, molto importanti per la comunicazione felina. I felini usano molto gli odori per marcare il territorio, inviare messaggi ai propri simili e per "segnare" oggetti e persino i propri umani. L'acqua interferisce con tutto questo, accentuando la sensazione di disagio.

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Per un gatto, bagnarsi completamente è quasi sempre una sensazione sgradevole, che li fa sentire più vulnerabili o a disagio

Non bisogna poi dimenticare che i nostri mici domestici discendono dal gatto selvatico africano, una specie originaria del Medio Oriente e dell'Africa del Nord, che viveva in ambienti desertici o semi-aridi, dove l'acqua non era né un elemento abbondante né una risorsa con cui interagire fisicamente spesso. Questo ha fatto sì che, a differenza di altre specie più acquatiche, i gatti non abbiano sviluppato un'abitudine o una tolleranza naturale al bagnato: l'acqua non è mai stata molto presente nella loro "storia" evolutiva.

Infine, i mici sono animali estremamente abitudinarie. Ogni novità – un rumore, un odore, una consistenza – può essere vissuta con molto sospetto. L'acqua, soprattutto se spruzzata o percepita come fuori controllo, rompe la loro routine e la sensazione di sicurezza che ogni gatto cerca sempre di mantenere nel suo ambiente. Il legame tra gatti e acqua è quindi una questione di prospettive. Nuotare? Lo sanno fare benissimo. Apprezzarlo? Quasi mai. Salvo individui abituati fin da piccoli e che si sono adattati a interagire con l'acqua.

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