
L’istinto predatorio del gatto affonda le sue radici nella storia evolutiva della specie, strettamente legata al gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica) da cui discendono il gatto domestico (Felis catus).
Il lungo processo di domesticazione e di co-evoluzione con l'essere umano non ha cancellato l'istinto predatorio nel gatto domestico, e con esso la necessità di tendere agguati e il piacere di catturare la preda, anche se ormai la maggior parte di loro non ha più necessità di procacciarsi il cibo. Questo il motivo per cui anche in un ambiente sicuro e ricco di risorse, il nostro felino conserva la sua innata predisposizione a individuare, seguire e “catturare” qualsiasi oggetto che possa ricordare una preda, o a tendere agguati agli uccellini fuori dalla finestra.
Perché i gatti domestici sono ancora predatori
Il gatto, anche quello domestico, resta una specie preda-predatore, provano quindi il bisogno di cacciare Nonostante vivano in un contesto protetto e non abbiano bisogno di cacciare per nutrirsi, i gatti domestici mantengono intatto il loro istinto predatorio. Ciò accade perché nel processo di domesticazione i gatti si sono avvicinati agli insediamenti umani perché trovavano fonti di cibo, e le persone li trovavano utili proprio per la capacità di cacciare uccelli e piccoli mammiferi che consideravano nocivi. Di conseguenza questa propensione, sia cognitiva che motoria è rimasta simile a quella degli antenati selvatici.
Questo istinto è tanto radicato da non essere legato direttamente dal bisogno di nutrirsi. Un gatto può inseguire un insetto o un giocattolo anche subito dopo aver mangiato, perché l’atto di cacciare è legato alla stimolazione mentale. La possibilità di mettere in pratica determinate sequenze motorie contribuisce a mantenere il gatto attivo anche a livello cognitivo. Ecco perché i giochi con le finte prede sono spesso i più amati dai mici, basta che alla fine dell'azione possano "catturare" la preda, anche se non mangiarla.
4 segnali che il tuo gatto sta "cacciando"
Quando un gatto attiva il suo istinto predatorio mostra un repertorio comportamentale ben definito che ricalca le diverse fasi della caccia. I più comuni sono quattro:
- Gioco con la “preda”: afferrare un oggetto, lanciarlo, inseguirlo e morderlo sono azioni che riproducono la sequenza tipica della predazione. Anche se si tratta di un semplice gioco, per il gatto è un esercizio istintivo;
- Portarci in regalo la preda: quando il gatto porta all’umano una preda o un giocattolo sta replicando un comportamento ancestrale. È un gesto di fiducia perché mostra di sapere che la persona sarà un buon custode per la sua preda;
- Versi e balbettii: i suoni rapidi simili a cinguettii che il gatto emette quando osserva una preda fuori portata – tipicamente un uccellino alla finestra – sono segnali di attivazione predatoria mista alla frustrazione della fase di osservazione;
- Agguato: abbassarsi, avanzare lentamente, immobilizzarsi e poi scattare sono movimenti che appartengono alla caccia vera e propria. Anche se l’obiettivo è un giocattolo, la dinamica riproduce fedelmente quella usata per catturare una preda reale.