Uomo accusa Meta di pubblicizzare Threads con foto di studentesse: “Apparse sul feed di Instagram”

In Europa, a seconda dei Paesi, tra agosto e settembre gli studenti tornano sui banchi per l'inizio del nuovo anno scolastico. Un momento intenso ed emozionante che non coinvolge solo ragazze, ragazzi e insegnanti, ma anche i genitori. In molti, orgogliosi dei propri figli, pubblicano sui social network le foto di questo ritorno, colmi di speranze e aspettative. Anche se condividere le immagini di minorenni sulle piattaforme social è considerato perlomeno inopportuno, in tanti lo fanno senza preoccuparsi delle potenziali conseguenze, legali e non.
Ebbene, le foto del ritorno a scuola degli studenti – e, in particolar modo, delle studentesse – sarebbero state utilizzate da Meta per pubblicizzare Threads, il recente social network realizzato dal team di Instagram (400 milioni di utenti attivi mensilmente alla metà del 2025) che si propone come alternativa a X, il compianto Twitter “soppresso” da Elon Musk. Le foto di queste studentesse minorenni, infatti, sarebbero finite nel feed di Instagram di un uomo di 37 anni per invogliarlo proprio a iscriversi a Threads.
A raccontare la storia l'autorevole quotidiano britannico The Guardian, che ha riportato le dichiarazioni del trentasettenne, dei genitori delle studentesse immortalate e di Meta. L'uomo ha affermato di aver ricevuto nel feed di Instagram soltanto foto promozionali delle ragazzine con l'uniforme scolastica e non di studenti, sospettando così un motivo “sessualizzante”. “Per diversi giorni mi sono stati ripetutamente mostrati annunci Meta per Threads che mostravano esclusivamente immagini di genitori che ritraevano le loro figlie in uniforme scolastica, alcune delle quali ne rivelavano il nome. Come padre, trovo profondamente inappropriato che Meta riutilizzi questi post per una promozione mirata rivolta agli adulti”, ha affermato il 37enne, che ha voluto restare anonimo.
I genitori che hanno scoperto l'utilizzo delle foto delle loro figlie a fini promozionali per spingere Threads si sono detti “sconvolti” e che non avrebbero mai dato il consenso, se avessero saputo di una simile eventualità. Il padre di una tredicenne, ad esempio, ha definito la vicenda “assolutamente scandalosa”, sentendosi disgustato per lo sfruttamento “apparentemente sessuale” delle foto della figlia da parte di una grande azienda come Meta. Anche la madre di una quindicenne si è detta disgustata per l'uso promozionale dell'immagine della figlia.
Un portavoce di Meta, rispondendo alle critiche, ha dichiarato quanto segue al Guardian: “Le immagini condivise non violano le nostre policy e sono foto del ritorno a scuola condivise pubblicamente dai genitori. Abbiamo implementato sistemi per assicurarci di non consigliare thread condivisi da adolescenti o che violano le nostre linee guida per le raccomandazioni, e gli utenti possono controllare se Meta suggerisce i loro post pubblici su Instagram”. Questo, chiaramente, cozza comunque con l'opportunità di utilizzare le suddette immagini per invogliare uomini adulti a iscriversi a un social network, pur non violando alcuna policy (le foto erano caricate in profili di adulti e rese pubbliche).
Quando si caricano le foto sui social network, comprese quelle di minori, in genere all'azienda si concede la licenza d'uso non esclusiva, trasferibile e mondiale del materiale, in base ai termini di servizio che si sottoscrivono. E le grandi società proprietarie dei social network cosa ne fanno? In genere non le rivendono, ma ad esempio possono usarle per mostrare il contenuto ad altre persone, condividerle con i partner commerciali e promuovere la piattaforma social. In tempi più recenti sono state anche coinvolte nei processi per addestrare l'intelligenza artificiale (per chi si oppone è possibile compilare moduli per negare il consenso). In questo caso, caso, comunque, i contenuti dei minori non vengono utilizzati.
Le foto con i minori pubblicate dagli adulti, pur essendo molto più delicate, di base presentano la medesima licenza d'uso delle foto di una vacanza, un animale o magari un fenomeno astronomico. Vanno pertanto sempre impostate delle restrizioni di privacy per impedire lo sfruttamento delle immagini, a maggior ragione quelle di bambini e ragazzini, che sarebbe opportuno non condividere mai, come spiegato dall'avvocato Guido Scorza.