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Tutto Spotify su cassetta: il progetto che ha messo la musica in straming su nastro magnetico

Un progetto artigianale ribalta la logica dello streaming e restituisce alla musica rumore, imperfezione e fisicità analogica.
A cura di Elisabetta Rosso
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Julius Makes
Julius Makes

Nel panorama iper-ottimizzato dello streaming musicale, dove ogni imperfezione viene eliminata per design, esiste ancora spazio per il rumore di fondo. Un progetto artigianale realizzato Julius Makes nè la prova. Lo youtuber ha trasportato Sportify su nastro magnetico. Ha costruito una sorta di player a cassette “ibrido” in grado di prendere un flusso audio digitale (aper esempio da Spotify tramite Bluetooth) e trasformarlo in un segnale analogico reale inciso su nastro magnetico, pronto per essere riprodotto come una volta

Quello che rende speciale questo dispositivo è l’inversione del flusso tecnologico: invece di riprodurre musica digitale attraverso altoparlanti moderni o cuffie, il dispositivo registra il segnale direttamente su un nastro in tempo reale, che viene immediatamente letto da una testina e riprodotto con la caratteristica “voce” analogica di una cassetta.

Come funziona il “cassette streamer”?

Il processo tecnico di base è relativamente semplice, sebbene complesso da realizzare. Il dispositivo si connette via Bluetooth a uno smartphone o tablet che sta riproducendo musica.  L’audio digitale viene convertito in segnale analogico da un DAC e inviato a una testina di registrazione magnetica. Una volta inciso, il nastro viene letto da una testina di riproduzione e trasmesso tramite un piccolo altoparlante integrato o uscite audio dedicate.

Al contrario dei normali convertitori digitali‑analogici (DAC) usati per ottenere audio pulito, qui l’obiettivo non è la fedeltà, ma l’esperienza sonora: il nastro introduce calore, distorsione, rumore di fondo e piccole fluttuazioni tipiche dei supporti magnetici, dando alle tracce una qualità lo‑fi.

Più che un gadget: un’ode all’analogico

Sebbene non sia un prodotto commerciale – al momento non è in vendita e ne esiste un solo prototipo – il progetto di Julius Makes affascina perché fonde due mondi apparentemente agli antipodi: lo streaming digitale onnipresente e la fisicità nostalgica dei media analogici.

Il dispositivo è dotato di manopole e pulsanti per controllare il livello di registrazione e il volume, c’è anche un VU meter fluorescente che visualizza graficamente l’intensità del segnale, proprio come nei vecchi stereo. Non solo, grazie alle uscite audio extra, può essere usato anche come effetto “tape delay” per strumenti musicali.

Una tendenza più ampia

Il fascino dell’audio analogico non è un fenomeno isolato. Negli ultimi anni, vinili e cassette sono resuscitati tornando sul mercato. Da un lato spinti da un desiderio di fisicità, dall’altro dal calore e imperfezione sonora che i formati digitali, per quanto perfetti, spesso non riescono a evocare.

Il valore del progetto di Julius Makes non sta nella sua replicabilità o nella possibilità di diventare un prodotto commerciale. Al contrario, risiede proprio nella sua inutilità funzionale, intesa nel senso più nobile del termine. Trasformare lo streaming in nastro non migliora la qualità audio, ma restituisce alla musica una dimensione fisica, temporale e imperfetta che oggi diamo per persa.

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