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Stop in Italia al riconoscimento del volto in aeroporto: il Garante blocca il FaceBoarding a Linate

Il Garante della Privacy ha sospeso il FaceBoarding a Linate: il sistema di imbarco biometrico resta fermo in attesa di chiarimenti sul trattamento dei dati sensibili dei viaggiatori.
A cura di Elisabetta Rosso
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Basta un volto. Era questa la promessa del FaceBoarding, il sistema biometrico introdotto a Milano Linate con l’obiettivo di rendere l’imbarco più veloce e fluido, grazie al riconoscimento facciale. Il servizio, però, ora è stato sospeso. Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto uno stop temporaneo al sistema di imbarco tramite riconoscimento facciale attivo all’aeroporto di Linate. 

I viaggiatori — secondo il provvedimento — non avevano “controllo attivo” sui propri dati biometrici, che rimanevano interamente nelle mani del gestore aeroportuale, senza sufficienti garanzie su tempi di conservazione, trasparenza, diritti di cancellazione e modalità di gestione del consenso. Lo stop è una misura provvisoria, valida per tutta la durata dell’istruttoria avviata per valutare la compatibilità della tecnologia con le regole sulla privacy.

Perché è stato bloccato il FaceBoarding

I primi test sul FaceBoarding sono iniziati tra il 2019 e il 2020, è stato successivamente attivato su alcune tratte nazionali e sul collegamento con Copenaghen, con Ita Airways e Scandinavian Airlines. L’adesione era facoltativa e richiedeva la registrazione preventiva dei dati, valida per un anno. In base all’informativa privacy di SEA per Linate, il servizio era riservato ai maggiorenni e ai possessori di documenti conformi agli standard internazionali (documenti emessi dopo certe date, carta d’identità elettronica accettata, passaporto valido). I dati biometrici e i dettagli del documento (nome, scadenza, fotografia presente sul documento etc.) vengono criptati; il modello biometrico elaborato serve esclusivamente alla verifica d’identità automatica, mentre l’immagine viene eliminata dopo la creazione del modello stesso.

Nel 2024 anche Fiumicino aveva avviato un sistema analogo, chiamato “You Board”. Ma lo scalo romano — a differenza di Linate — aveva già deciso di sospendere l’utilizzo, in attesa di chiarimenti normativi.

Secondo quanto emerge dal provvedimento dell’11 settembre, che è stato consultato dal Corriere della Sera, il FaceBoarding presso l'aeroporto di Linate ha coinvolto oltre 24.000 viaggiatori fino alla fine di luglio. Secondo l’Autorità i passeggeri non disponevano di un controllo diretto sui propri dati biometrici, custoditi esclusivamente dal gestore aeroportuale. Potrebbero quindi essere necessarie ulteriori garanzie per tutelare queste informazioni sensibili. Da qui la scelta di sospendere il sistema, in via provvisoria, fino alla conclusione dell’istruttoria.

La posizione di Sea

Sea, società che gestisce Linate e Malpensa, ha preso atto della decisione e confermato la sospensione del servizio. In una nota stampa ha spiegato: "Tale decisione fa seguito al provvedimento notificato dal Garante per la Protezione dei dati personali, in conclusione a una serie di verifiche sul sistema aeroportuale e basato principalmente sull’Opinion 11/2024 non vincolante del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati Personali rilasciata per un caso ritenuto similare."

Sea assicura di collaborare attivamente con il Garante per rispondere a ogni richiesta e chiarire le modalità di trattamento dei dati. "L'obiettivo primario di SEA rimane quello di garantire la sicurezza e la privacy dei passeggeri, in linea con le normative vigenti. Sea auspica che la situazione si risolva quanto prima e di ripristinare il servizio FaceBoarding a beneficio di tutti i passeggeri”.

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