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Simona a Fanpage.it: “Ho risposto a un annuncio per un lavoretto. Non mi aspettavo sarebbe finita così “

Negli ultimi mesi su TikTok stanno circolando finte offerte di lavoro che propongono lavoretti manuali. Simona (nome di fantasia) si è candidata ma ha scoperto che dietro quell’offerta si nascondeva una trappola studiata in ogni dettaglio. Il suo racconto di denuncia a Fanapge.it.
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Una truffa funziona se ha un’esca allettante: la promessa di guadagni facili che cattura l’attenzione della vittima. È lo stesso meccanismo che sfruttano le offerte di lavoro truffa, letteralmente esplose online negli ultimi anni. Molte di queste iniziano con un messaggio WhatsApp o un semplice sms, ma in realtà questi non sono gli unici canali utilizzati dai truffatori per agganciare le potenziali vittime.

Negli ultimi tempi, scrollando sui social, forse vi sarete imbattuti in uno di quei post che offrono piccoli lavoretti manuali per arrotondare. Queste offerte propongono delle attività molto semplici, come confezionare giochini, piccoli gioielli o articoli da cancelleria.

Qualche settimana fa, Simona – useremo un nome di fantasia – 40 anni, ne ha visto uno su TikTok e incuriosita ha contattato il numero indicato nel post per avere maggiori informazioni. Ma non poteva immaginare cosa si nascondeva dietro quell'offerta. Oggi ha deciso di raccontare a Fanpage.it la sua storia.

La storia di Simona

"Qualche settimana fa ero su TikTok quando ho visto un video in cui dicevano che stavano cercando personale per un lavoretto manuale, si trattava di impacchettare braccialetti – ci racconta Simona – ero curiosa così ho scritto al numero WhatsApp indicato nel post per avere qualche informazione più. Mi hanno risposto subito, ma del lavoretto manuale nessuno ha parlato più".

Simona ci ha mostrato i messaggi. La prima persona con cui ha avuto un contatto le ha detto di essere la recruiter di un'azienda e le ha spiegato in cosa consisteva il lavoro.Il messaggio era molto simile a quello con cui iniziano molte altre truffe online (qualche tempo fa avevamo raccontato la storia di Paolo): alla vittima viene proposto un lavoro di qualche ora al giorno che consiste in fare attività online, come guardare video, giocare online o mettere mi piace ad articoli di prodotti. In cambio vengono promessi stipendi davvero allettanti, dai 50 ai 500 euro al giorno. L'offerta viene presentata come un'occasione d'oro: "È un'ottima opportunità per guadagnare, potresti provarla", le scrivono nei primi messaggi.

Alcuni messaggi inviati alla nostra testimone
Alcuni messaggi inviati alla nostra testimone

"Non perdere quest'opportunità!"

Anche se con qualche dubbio, Simona ha accettato. "Se dici che vuoi provare ti chiedono l'IBAN per mandarti i soldi dei compensi. Io non mi fidavo a dare il mio conto, quindi ne ho aperto uno nuovo e gliel'ho inviato. A questo punto mi hanno fatto contattare una persona su Telegram, presentandomelo come il manager. È lui che ti assegna i compiti. Faccio il primo e mi fanno avere il primo compenso". Alle nuove vittime vengono promesse anche dei compensi bonus, anche 100 euro, per ogni amico che invitano a unirsi al team.

"I primi giorni – aggiunge Simona – ti dicono che sei ancora in prova, ma ti premettono che sarai assunta". La spronavano ad accettare con frasi del tipo: "Attualmente ci sono posti limitati disponibili. Non perdere questa opportunità!". Un'altra strategia consiste nel mostrare alle nuove vittime altri gruppi Telegram destinati ai presunti dipendenti, ma senza ammetterli dentro: "Mi hanno detto che i dipendenti venivano pagati di base 50 euro al giorno anche senza far nulla".

Queste truffe funzionano proprio perché, almeno in un primo momento, i truffatori pagano davvero le loro vittime. È il vecchio schema Ponzi: all’inizio i truffatori restituiscono davvero i soldi, ma in realtà pagano le nuove vittime con i soldi delle vecchie. In questo modo spingono le vittime a inviare somme sempre più alte prima di sparire.

Come le vittime vengono spinte a pagare

Il secondo giorno, dopo i primi compiti, tutti pagati, a Simona viene chiesto di svolgere una nuova attività. "Dovevo dare loro dei soldi che dicevano sarebbero stati investiti in modo sicuro e con ottimi profitti. All’inizio mi hanno chiesto piccoli investimenti, pochi euro, promettendo guadagni immediati. Ho voluto provare, mi sono detta che avrei usato solo i soldi che mi avevano inviato fino a quel punto, senza rimetterci i miei".

Man mano che va avanti, a Simona vengono proposti "ordini" – così li chiamano i truffatori – sempre più alti e le viene spiegato che il lavoro funziona per "attività". Ogni attività è composta da più ordini e solo una volta svolti tutti gli ordini di quell'attività potrà ricevere il compenso.

Simona continua ancora. Le viene proposta un'attività con un primo ordine da 129 euro. Una volta inviati, arriva il secondo ordine. A quel punto a Simona viene detto che deve investire 345 euro: "Per darglieli avrei dovuto usare i miei soldi ma non volevo rischiare di perderli. Così ho fatto finta di non averli. Ho mentito: ho detto che essendo a fine mese non avevo più soldi".

È a quel punto che la truffa ha preso una piega ancora più allarmante: "Mi hanno detto di chiederli ad amici e parenti, garantendomi che fatto quel secondo ordine, mi avrebbero ridati anche i soldi del primo investimento, compresi di interessi, ovvero più di 660 euro". Simona, ancora una volta, vuole vedere fino a che punto si spingono, quindi fa il finto investimento.

La truffa svelata

Una volta inviati i soldi, Simona chiede quello che gli era stato promesso, ma riceve tutt'altra risposta: un altro ordine da fare, questa volta di 900 euro. Simona si oppone, ma è tutto inutile. "Hanno provato a dirmi che loro non mi avevano mai detto che me li avrebbero ridati subito. Hanno detto che per riavere i miei soldi avrei dovuto fare il terzo ordine, altrimenti il mio investimento restava congelato".

A quel punto, con tanto di screenshot, Simona prova a insistere, ma senza risultati. Anzi viene minacciata: "La mia responsabile mi ha detto che li stavo diffamando e che mi avrebbero denunciato per calunnia. Ma io sapevo che non mi avrebbero mai chiamato, perché se lo avessero fatto avrei avuto un loro contatto e avrei potuto denunciarli, invece dato che è successo tutto su Telegram, non avevo nessun dato".

"Io mi sono fermata in tempo e ho perso solo qualche centinaio di euro. Per fortuna – ci dice Simona – anche se loro non lo sapevano, io ho un lavoro vero e ho potuto fermarmi. Ma penso a chi si trova in gravi difficoltà e si affida a queste promesse: rischia davvero anche di chiedere i soldi ad amici o famigliari, o peggio a strozzini. Per questo ho deciso di raccontare la mia storia. È importante che le persone sappiano cosa si nasconde davvero dietro questi finti annunci che girano su TikTok".

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