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Secondo Bill Gates c’è un modo per lavorare tutti solo tre giorni a settimana

Secondo il fondatore di Microsoft l’intelligenza artificiale rivoluzionerà il mondo del lavoro, il rischio però è che aumenti il tasso di disoccupazione. Per adesso i primi segnali non sono esattamente confortanti.
A cura di Elisabetta Rosso
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Il vate del XXI secolo ha parlato di nuovo: "Nel prossimo futuro potremmo lavorare solo tre giorni alla settimana grazie all'intelligenza artificiale". Bill Gates da anni colleziona profezie, che spesso si avverano (basti pensare all'avvertimento lanciato nel 2015, aveva previsto l'arrivo di un virus altamente contagioso), ma potrebbe non essere questo il caso. Martedì 21 novembre ai microfoni del programma "What Now?" di Trevor Noah, Gates ha descritto un futuro roseo fatto di persone che non devono "più lavorare così duramente" e "macchine che producono cibo e tutto il resto". Eppure i primi esperimenti lasciano intravedere prospettive diverse.

I dipendenti delle aziende stanno già perdendo il posto di lavoro a causa dell'intelligenza artificiale (IA). La Bluefocus Intelligent Communications Group Co., uno dei più importanti gruppi di media e pubbliche relazioni della Cina ha deciso di licenziare i suoi copywriter per assumere i chatbot, e in un'intervista al quotidiano Bloomberg, Arvind Krishna, Ceo di IBM, ha spiegato che la sua azienda sta ridisegnando il piano per le assunzioni previsto per il futuro, circa il 30% dei ruoli di back-office potrebbe essere sostituito dall’intelligenza artificiale.

Il commento di Bill Gates

Secondo Gates l'intelligenza artificiale “cambierà il modo in cui le persone lavorano, imparano, viaggiano, ricevono assistenza sanitaria e comunicano tra loro”. Interi settori si organizzeranno in base all'IA, "e aziende si distingueranno per il modo in cui lo utilizzeranno”, aveva scritto in un post sul suo blog. "Nel prossimo futuro, chiunque sia online sarà in grado di avere un assistente personale alimentato dall'intelligenza artificiale che va ben oltre la tecnologia di oggi".

Anche Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, è convinto che l’intelligenza artificiale rivoluzionerà la settimana lavorativa. "I vostri figli vivranno fino a 100 anni e non si ammaleranno di cancro grazie alla tecnologia e probabilmente lavoreranno tre giorni e mezzo alla settimana", aveva detto a Bloomberg.

Intelligenza artificiale e lavoro

A marzo Goldman Sachs ha pubblicato un rapporto che mostra come l'intelligenza artificiale potrebbe sostituire 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. L’Università della Pennsylvania invece ha analizzato l’impatto delle tecnologie GPT (Generative Pre-trained Transformer) sul mercato del lavoro impatterà sull‘80% delle persone modificando ritmi, posizioni aperte, e competenze richieste.

Un rapporto del Consiglio per il commercio e la tecnologia USA-UE pubblicato dalla Casa Bianca a dicembre 2022 ha spiegato che l'IA potrebbe potenzialmente "esporre ampie nuove fasce della forza lavoro a potenziali interruzioni". La grande differenza rispetto alle innovazioni tecnologiche del passato, che hanno coinvolto principalmente mansioni automatizzate, è “l’impatto che l’IA avrà sulle attività non di routine”.

I lavoratori cavie

Mathias Cormann, segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), ha sfatato alcune previsioni sul futuro impatto dell'IA: "I lavoratori hanno detto che l'intensità del loro lavoro è aumentata dopo l'adozione dell'intelligenza artificiale sul posto di lavoro". Non solo, nel rapporto dell'Ocse emerge anche un altro fattore: "Il carico di lavoro sta aumentando e allo stesso tempo l'impatto sui salari è minimo".

Ivana Saula, direttrice dell'Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali, ha spiegato alla Cnn che i lavoratori si sentono "cavie", usati per testare l'IA. "L'implementazione di questi nuovi strumenti tecnologici ha aggiunto pressione e allungato il flusso di lavoro quotidiano", ha detto Saula. Invece di migliorare la qualità del lavoro, "diventa tutto più pensante, perché i ritmi ora vengono scanditi dalle macchine. C'è ancora poca conoscenza sul campo, e gli alti dirigenti non stanno capendo cosa succede in prima linea, devono essere più consapevoli".

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