Puntano il telefono per strada e ti scansionano il volto: le operazioni dell’ICE denunciate sui social

Finora le operazioni dell'ICE (Immigration and Customs Enforcement) sono state a "bassa tecnologia", fermi causali, controlli in luoghi pubblici, ora però si sta aprendo una nuova frontiera del controllo. Diversi video pubblicati sui social mostrano gli agenti che fermano automobilisti, passanti, tirano fuori un telefono e glielo puntano in faccia. Questi episodi, insieme ad altri video raccolti da 404 Media, documentano l’uso sul campo da parte di ICE e CBP (Customs and Border Protection) di tecnologia di riconoscimento facciale, tra queste una nuova app chiamata Fortify.
Non solo Fortify. L'ICE sta investendo in tecnologie di sorveglianza biometrica, tra queste il riconoscimento facciale fornito da Clearview AI e sistemi mobili di scansione dell’iride. Questi software fanno parte di una strategia più ampia. Secondo i registri degli appalti federali esaminati da Wired l'agenzia è alla ricerca di fornitori privati per gestire un programma di sorveglianza pluriennale.
L'ICE ha anche firmato un contratto da 2 milioni di dollari firmato con Paragon, la società israeliana che produce spyware in grado di violare telefoni e chat criptate, e, all’inizio di quest’anno, The Intercept ha rivelato che stava valutando un sistema automatizzato in grado di monitorare i social media per individuare presunti “sentimenti negativi” verso l’agenzia, segnalando gli utenti considerati “a rischio di comportamenti violenti”. L’espansione di queste tecnologie biometriche e digitali solleva interrogativi urgenti su privacy, libertà e responsabilità democratica: chi controlla i controllori — e fino a che punto?
Il sistema di sorveglianza dell'ICE
Secondo quanto rivelato da 404 Media, Mobile Fortify è costruita su un database di 200 milioni di immagini e collegata ad archivi governativi, tra questi, il Dipartimento di Stato, il CBP, l’FBI e registri statali. L’app consente di ottenere in tempo reale nome, data di nascita e lo stato di eventuali ordini di deportazione. Alcune funzionalità avanzate, come la “Super Query”, permettono di interrogare contemporaneamente informazioni su persone, veicoli, indirizzi, numeri di telefono e armi.
Le email interne di ICE, filtrate nei mesi scorsi, rivelano anche che Mobile Fortify può acquisire impronte digitali senza dispositivi secondari, e che in futuro potrebbe integrare dati di broker commerciali come LexisNexis, espandendo ulteriormente la portata del tracciamento, potrebbero addirittura risalire ai familiari.
Dai video caricati sui social alle app anti ICE
Negli ultimi mesi, mentre le operazioni dell’ICE si sono intensificate a New York e in altre città statunitensi, molti cittadini hanno reagito documentando i raid con i propri telefoni, affrontando gli agenti e diffondendo online le immagini delle operazioni. Come ha spiegato Kyle Chayka su The New Yorker questa costante attività di registrazione è diventata una forma di resistenza civile e di trasparenza, ricordando l’uso dei social media durante movimenti come la Primavera araba o Black Lives Matter.
Sono nate diverse app — come ICEBlock, Red Dot, DEICER ed Eyes Up — pensate per localizzare gli agenti, segnalare attività sospette e documentare abusi. Tuttavia, molte di queste applicazioni sono state rimosse dagli store di Apple e Google dopo pressioni politiche, con la motivazione che avrebbero potuto “mettere a rischio” gli agenti.
Il volto della nuova sorveglianza di Stato
Bennie G. Thompson, membro del Comitato per la Sicurezza Interna della Camera, ha definito Mobile Fortify “uno strumento pericoloso, capace di mettere a rischio cittadini americani e di facilitare detenzioni o deportazioni ingiustificate”. Jeramie Scott, dell’Electronic Privacy Information Center, ha aggiunto a Media404: “Il riconoscimento facciale è una tecnologia di sorveglianza potente e pericolosa, che trasferisce il controllo dalle persone al governo.”
L’allarme degli esperti è chiaro: la diffusione di queste tecnologie di sorveglianza senza regolamentazioni stringenti rischia di trasformare la realtà quotidiana in un contesto distopico, limitando diritti e libertà civili e modificando profondamente il rapporto tra cittadini e Stato.
 
		 
  