Potrai finalmente scegliere cosa ti fa vedere l’algoritmo di Instagram: il paradosso della nuova “bolla”

Non vediamo le cose come sono, ma come siamo noi, recita un vecchio adagio. E l’algoritmo è l’evoluzione di questo principio. Non ci mostra la realtà in modo neutrale, ma la filtra attraverso ciò che abbiamo già guardato, apprezzato, ignorato. In altre parole, ci restituisce una rappresentazione del mondo modellata su di noi — o meglio, sulla nostra traccia digitale. Finora la formula che permette di far comparire o scomparire qualcosa sul nostro feed è rimasta inaccessibile e la nostra influenza sui contenuti molto limitata. Le piattaforme osservano, registrano e analizzano il nostro comportamento per capire come intrattenerci. Ora però Instagram ha annunciato una nuova funzione.
Instagram sta testando un sistema che permette agli utenti di“educare” l’algoritmo, scegliendo manualmente gli argomenti che desiderano vedere. Gli utenti potranno intervenire direttamente sull’algoritmo che seleziona i contenuti mostrati nei feed, aggiungendo o rimuovendo in base ai propri interessi. La novità è stata annunciata da Adam Mosseri, Ceo di Instagram, che su Threads ha presentato il test: "L'obiettivo è rendere più mirati i suggerimenti nella sezione Reels, abbiamo intenzione di estendere la funzione anche alla scheda Esplora". Per ora, Instagram non ha comunicato quali utenti potranno accedere alla fase di test né in quali Paesi sarà attiva.
In un ecosistema digitale sempre più guidato da automatismi, la possibilità di intervenire sull’algoritmo è un segnale positivo. Significa recuperare, almeno in parte, una forma di autonomia su ciò che alimenta il nostro feed e la nostra attenzione. Non mancano però gli effetti collaterali. D'altronde ci viene offerta una sensazione di libertà, ma dentro confini tracciati dalle logiche di engagement della piattaforma. Per capire meglio la personalizzazione dell'algoritmo proviamo a fare una lista dei pro e dei contro.
La lista dei pro e dei contro: è davvero una buona idea educare l'algoritmo?
Negli ultimi anni Instagram ha introdotto diverse funzioni. Per esempio, la possibilità di limitare la visibilità dei contenuti sensibili, di gestire le raccomandazioni o segnalare i post non interessanti. Questo nuovo strumento rappresenta un ulteriore passo nella stessa direzione: un algoritmo più personalizzabile e meno imposto.
Poter dire “questo mi interessa, questo no” restituisce una forma di potere che molti utenti sentono di aver perso. D'altronde un feed più coerente con i propri interessi può ridurre la sensazione di “scrolling vuoto”, aumentando il valore percepito dei contenuti e forse anche il benessere digitale degli utenti. C'è però l'altro lato della medaglia.
Il primo rischio è quello di rafforzare le “bolle di interesse”: se l’algoritmo mostra solo ciò che abbiamo dichiarato di voler vedere, perdiamo la possibilità di scoprire contenuti nuovi, punti di vista alternativi o nicchie che non sapevamo esistessero. Un problema che già sperimentiamo sui social ogni giorno ma che potrebbe radicalizzarsi, chiaramente in base alle scelte fatte dall'utente.
C’è poi il tema della “illusione di controllo”. Anche se l’utente può indicare le proprie preferenze, l’algoritmo di base continuerà a decidere cosa privilegiare e in quale misura. In altre parole, si rischia che la personalizzazione diventi una facciata di libertà, utile a fidelizzare gli utenti ma senza incidere davvero sulle logiche alla base della piattaforma. Quindi, educare l’algoritmo può rendere il feed più vicino ai nostri interessi, ma non cambia le regole invisibili che lo governano.
 
		 
  