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Post filo-nazisti e immagini di Hitler su X: “Non possiamo più fare pubblicità sul social di Musk”

Elon Musk ha acquistato il social per 44 miliardi di dollari, ha licenziato, rivoluzionato l’area moderazione, spadroneggiato sul social promettendo la libertà di parola al mondo. Ora deve tirare le somme.
A cura di Elisabetta Rosso
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Linda Yaccarino aveva promesso di risolvere il problema, eppure in mezzo alle inserzioni sono spuntati post che celebrano Hitler e il partito nazista. Fare pubblicità su X è un rischio, è una terra selvaggia dove contenuti discutibili rischiano di compromettere la credibilità dei marchi, gli inserzionisti scappano e le casse del social rimangono a secco. Brian Dietz, portavoce di NCTA e della società farmaceutica Gilead ha spiegato di aver immediatamente sospeso le pubblicità su X. "Prendiamo molto sul serio il posizionamento degli annunci NCTA e siamo preoccupati che i nostri post siano apparsi accanto a questo contenuto altamente inquietante", ha poi aggiunto, "la sicurezza del marchio rimarrà una priorità assoluta per NCTA, e questo vuol dire sospendere la pubblicità su Twitter/X per il prossimo futuro e limitare la presenza organica di NCTA sulla piattaforma".

D'altronde è il prezzo della rivoluzione. Elon Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari, è entrato nel quartier generale con un lavandino in mano, licenziato, rivoluzionato l'area moderazione, pubblicato post discutibili. Ha provocato spadroneggiando sul social e promettendo la libertà di parola al mondo. Ora deve tirare le somme. Il primo effetto collaterale sono stati gli inserzionisti in fuga, e per questo Musk si è rivolto a chi, anche volendo, non poteva trovare spazio altrove: le aziende che creano prodotti a base di cannabis. Meta e Google, infatti, vietano infatti gli annunci direttamente correlati alla marijuana ricreativa o medicinale, e X ha deciso di aprire le porte e diventare il primo social a sponsorizzare le droghe leggere. Ma non è bastato. E qui entra in scena Yaccarino, che ha promesso di ripulire la piattaforma per attrarre inserzionisti e quindi soldi.

Le pubblicità vicino ai post nazisti

Le pubblicità di marchi come Adobe, Gilead Sciences, la squadra di calcio dell'Università del Maryland, il New York University Langone Hospital e l'NCTA-The Internet and Television Association è stata pubblicata insieme a post discutibili che vanno a compromettere la credibilità dei brand. Un portavoce della NYU Langone ha detto che l'ospedale è rimasto "sorpreso da questi post, sono estremamente preoccupato per la nostra pubblicità e per il nostro marchio che è apparso accanto a contenuti discutibili che promuovono l'odio, mi aspetto che i partner pubblicitari agiscano responsabilmente”.

X la scorsa settimana aveva annunciato nuovi controlli e misure per gli inserzionisti, per evitare che gli annunci apparissero vicino a contenuti pericolosi o violenti, "per esempio post di incitamento all'odio, con un linguaggio inappropriato, ma anche spam", Yaccarino durante un'intervista aveva rassicurato: "I vostri annunci verranno accostati a contenuti appropriati". Non è andata così. Secondo il rapporto di Media Matters for America "X è rimasto un pericoloso pozzo nero di contenuti, soprattutto per gli inserzionisti".

A X mancano i soldi

X in questi mesi ha perso metà delle sue entrate pubblicitarie. In un post sul social Musk ha spiegato: “Siamo ancora generando un flusso di cassa negativo a causa di un calo del ~50% degli introiti pubblicitari, oltre che un pesante carico debitorio in eredità".  Ha poi aggiunto: "Twitter ha bisogno di arrivare a un flusso di cassa positivo prima di poterci permettere il lusso di qualsiasi altra cosa”. Già nel periodo tra aprile e maggio gli introiti pubblicitari di Twitter avevano toccato gli 88 milioni di dollari, in discesa dell’59% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il piano B di Elon Musk

Come dicevamo per rimpolpare le casse Elon Musk si è rivolto alle aziende che lavorano con prodotti a base di cannabis. Lo ha annunciato con un post: "D’ora in poi gli inserzionisti potranno promuovere annunci informativi sulla droga leggera, ma dovranno comunque rispettare una serie di regole".

"In alcuni Stati degli Stati Uniti abbiamo adottato misure per allentare la nostra politica sugli annunci di cannabis per creare maggiori opportunità per un marketing responsabile della cannabis, il più grande passo avanti di qualsiasi piattaforma di social media", aveva scritto Musk su X. "Andando avanti, consentiremo agli inserzionisti di promuovere la preferenza del marchio e contenuti informativi relativi alla cannabis per CBD, THC e prodotti e servizi correlati alla cannabis".

Linda Yaccarino riuscirà a salvare X?

La nuova Ceo di X doveva cambiare le carte in tavola. Linda Yaccarino a giugno ha annunciato di essere pronta gestire il regno di Elon Musk. Come lei stessa ha ribadito è una donna "innamorata dei media", con le spalle larghe e un curriculum ben nutrito. In dieci anni ha ribaltato e ricomposto le strategie nel mondo pubblicitario, in poche parole è lei che ha portato la NBCUniversal nel mercato del 21° secolo. Ora ha promesso di salvare il social, a X servono soldi, credibilità ed efficenza, ma il lavoro di qualche mese forse non è sufficiente.

Quando è stata annunciata ha twittato: "Sono stata a lungo ispirata dalla visione (di Elon Musk) di creare un futuro più luminoso. Sono entusiasta di contribuire a portare questa visione su Twitter e trasformare questo business insieme!" Ha anche aggiunto che cercherà di investire su nuove partnership video e che ha iniziato i primi incontri con servizi di pagamento ed editori nel settore dell'informazione, ma per attrarre davvero nuovi inserzionisti dovrà prima sanificare X da ogni contenuto inappropriato.

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