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Perché in Spagna un gruppo di giornali ha deciso di fare causa a Meta

L’azienda di Mark Zuckerberg non avrebbero seguito nessuna indicazione sulla protezione dei dati personali. Ora le testate chiedono un risarcimento di 550 milioni di euro.
A cura di Valerio Berra
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L’Information Media Association (AMI) è un’associazione che rappresenta 83 giornali in Spagna. Tra questi ci sono anche alcuni degli organi di informazione più importanti del Paese, come La Vanguardia, El Mundo, Abc o El Pais. Per la prima volta, in una mossa mai vista nel mercato italiano, l’AMI ha deciso di fare causa a Meta per quella che potremmo definire come “concorrenza sleale”.

Secondo le accuse di AMI i social network gestiti da Meta tra il 25 maggio del 2018 e il 31 luglio del 2023 non avrebbero seguito nessuna indicazione sulla protezione dei dati personali. Una condizione che avrebbe reso tutti i ricavi ottenuti dalla Big Tech fondata da Mark Zuckerberg illegali.

L’idea è abbastanza chiara. In quegli anni Meta ha potuto fornire ai brand la possibilità di una acquistare una pubblicità chirurgica, orientata in modo perfetto verso il target voluto dalle aziende. Questo avrebbe resto le bacheche dei social più interessanti delle pagine di giornale, sia quelle cartacee che quelle digitali.

Cosa chiedono i media spagnoli

La richiesta è interessante. Visto che secondo AMI Meta avrebbe realizzato in modo illegale i suoi guadagni e visto che avrebbe danneggiato i media spagnoli, la richiesta da parte dei media si aggira attorno ai 550 milioni di euro. Meta ha una lunga storia di cause e multe milionarie. Non è chiarissimo quante di queste siano state saldate e quante invece si siano spente con un titolo di giornale.

I 33 Stati che hanno fatto causa a Meta

Non è la prima volta, a ottobre 2023 infatti i procuratori degli Stati Uniti hanno fatto causa a Meta. "Ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare, coinvolgere e in definitiva intrappolare giovani e adolescenti", si legge nella denuncia presentata dai 33 Stati. "Il suo scopo è solo il profitto." L’azienda è accusata di aver messo in atto strategie per far rimanere più tempo possibile gli adolescenti su Instagram, pur sapendo che avrebbe danneggiato la loro salute mentale.

È da tempo che gli occhi sono puntati sulle strategie messe in atto dai social media per aumentare il coinvolgimento degli utenti. Carl Tobias, presidente della University of Richmond School of Law, aveva detto al Guardian: "Meta utilizza le informazioni degli utenti per garantire il massimo coinvolgimento, nonostante le sue ricerche interne mostrino chiaramente i possibili danni che i prodotti dell'azienda infliggono ai più giovani."

L'impatto negativo dei social sui giovani

Sembra che la strategia di Meta venga sfruttata anche sugli altri social. E infatti a inizio 2023 più di 100 famiglie hanno presentato una denuncia accusando Meta, Snapchat, Google e la società madre di TikTok, ByteDance, di danneggiare gli adolescenti.

In una dichiarazione congiunta gli avvocati delle famiglie hanno spiegato che la causa intentata dai procuratori degli Stati Uniti rappresenta "un passo significativo, sottolinea l’innegabile urgenza di affrontare l’impatto delle piattaforme di social media che creano dipendenza e sono dannose, una questione di fondamentale che deve preoccupare a livello nazionale, poiché continua a contribuire ai problemi di salute mentale tra i giovani americani”.

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