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Per guardare i siti porno servirà un documento: cosa prevede il piano di AgCom per la verifica dell’età

Con la Delibera 61/24/CONS di AgCom si inizia un percorso per portare in Italia uno strumento dedicato alla verifica dell’età degli utenti su Internet. Negli Stati Uniti questi strumenti sono già stati adottati, non sempre con ottimi esiti.
A cura di Valerio Berra
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La delibera è stata pubblicata sul sito dell’Autorità per le Garanzie nella Comunicazioni (da qui AgCom) il 25 marzo. Per un po’ è passata sottotraccia ma la Delibera 61/24/CONS è il primo tassello che può cambiare il modo in cui si accede ai contenuti pornografici per adulti in Italia. In questo documento infatti si apre una “consultazione pubblica” per capire quale strumento adottare nella verifica della maggiore età degli utenti.

A rendere più chiaro il senso di questo obiettivo è Massimiliano Capitanio, commissario AgCom: “I siti per adulti dovranno assicurarsi (davvero) che i propri utenti abbiano più di 18 anni”. In pratica una volta finito tutto l’iter ogni volta che un utente vorrà aprire un sito pornografico dovrà confermare la sua età con uno strumento, ancora da individuare. Non basterà il classico click che ora viene richiesto dalla maggior parte dei portali.

Come funzionerà il riconoscimento dell’età

Per capire cosa può succedere all’Italia dobbiamo spostarci negli Stati Uniti. Nel gennaio del 2023  in Louisiana è entrata in vigore la legge House Bill N. 142, un documento con cui si stabilisce che tutti i siti che abbiano almeno un terzo di contenuti pornografici sono obbligati a chiedere un documento di identità ai propri utenti.

Questo passaggio viene fatto attraverso il servizio AllpassTrust, uno strumento che per semplificare possiamo paragonare allo Spid. Attraverso delle credenziali il sistema verifica che l’anno di nascita dell’utente coincida con l’età necessaria per entrare nel sito. Nel caso specifico di AllpassTrust questa verifica dovrebbe avvenire senza registrare altri dati.

“Il sistema non identifica chi sei, dove vivi, in quale parte dello stato ti trovi o qualsiasi informazione dal tuo dispositivo o dal tuo vero ID. L’unica informazione che comunica è quella dell’età”.

La verifica dell’età degli utenti oltre i siti pornografici

Secondo Capitanio questo sistema potrebbe allargarsi anche ad altre tipologie di contenuti oltre a quelli pornografici: “Agcom valuterà inoltre l’eventuale estensione dei criteri a tutte le tipologie di contenuti e servizi che potrebbero nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori”.

L’effetto sui portali pornografici

Negli Stati Uniti l’introduzione di questi strumenti ha sollevato una discreta protesta da parte delle piattaforme dedicate al porno. In Louisiana i sistemi di age verifcation hanno causato un crollo dell’80% del traffico nei portali che lo hanno implementato. Questo dato può indicare due cose.

Da una parte c’è stato un rallentamento del traffico portato dagli adolescenti, dall’altra però è possibile che anche gli utenti maggiorenni abbiano deciso di non usare un portale che chiede loro una verifica di accesso. Scriveva in una nota Pornhub:

“Semplicemente questi utenti sono migrati verso altri angoli di internet dove l’età degli utenti non viene verificati, siti che non seguono la legge e che non prendono sul serio le norme sulla sicurezza. Spesso si tratta di portali dove i contenuti non vengono moderati”.

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