Ora potrai navigare con ChatGPT Atlas: come funziona il broswer di OpenAI e cosa cambia per gli utenti

Era solo questione di tempo per OpenAI. Questa notte l'azienda ha annunciato il lancio di ChatGPT Atlas, un nuovo browser basato sull'intelligenza artificiale. L’obiettivo dichiarato è offrire un’esperienza di navigazione più integrata con le capacità di analisi e interazione del suo chatbot. Non è però solo un'evoluzione del prodotto, ma una mossa strategica. Con Atlas, l’azienda mette in discussione il ruolo tradizionale del browser e del motore di ricerca, fondendo la navigazione con l’interazione diretta dell’intelligenza artificiale. In questo modo, l’accesso al web diventa anche un punto di dialogo e di elaborazione, non più solo di consultazione.
Atlas segna per OpenAI il passaggio da fornitore di intelligenza artificiale a piattaforma di interazione quotidiana. Integrandosi direttamente nel browser, l’azienda non mira più a essere solo il “motore” dell’IA, ma l’interfaccia principale attraverso cui gli utenti accedono, elaborano e agiscono sul web, sfidando apertamente i browser tradizionali. Non è un caso che le azioni di Google siano crollate del 4% subito dopo l'annuncio di OpenAI.
Come funziona ChatGPT Atlas: il nuovo browser di OpenAI con assistente operativo
Durante la presentazione, OpenAI ha spiegato che Atlas integra una barra laterale con ChatGPT, che permette agli utenti di porre domande, ottenere riassunti, confrontare prodotti o analizzare i contenuti di qualsiasi sito web visitato. Tra le novità più interessanti c'è “Agent Mode”, una funzione al momento in anteprima per alcuni utenti premium. Consente a ChatGPT di eseguire attività complesse in autonomia, per esempio condurre ricerche, confrontare opzioni e portare a termine compiti come l’organizzazione di un viaggio o un acquisto online. É un passo in più verso un'intelligenza artificiale non solo conversazionale ma operativa.
Atlas integra anche strumenti di editing contestuale: l’utente può evidenziare un testo su una pagina e chiedere a ChatGPT di modificarlo o riformularlo, per esempio renderlo più breve. Questa funzione suggerisce un’evoluzione verso un browser produttivo, che fonde navigazione e scrittura assistita.
Attualmente Atlas è disponibile a livello globale per gli utenti Mac. Anche chi utilizza la versione gratuita di ChatGPT può accedere al browser, mentre le funzioni più avanzate, come la modalità agente AI, sono riservate agli abbonati ai piani Plus e Pro. OpenAI non ha ancora annunciato quando il browser sarà rilasciato su Windows, iOS e Android.
Cosa succede alla gestione dei dati e alla privacy
OpenAI ha spiegato che gli utenti avranno un controllo diretto sulla gestione dei propri dati. Per impostazione predefinita, la cronologia di navigazione non verrà utilizzata per addestrare i modelli di ChatGPT, e sarà possibile cancellare o gestire manualmente la memoria del browser. Tuttavia, chi attiva la funzione “Browser memories” consente al sistema di conservare informazioni ricavate durante la navigazione. La funzione solleva interrogativi sul controllo effettivo dell’utente e sulla possibilità che la personalizzazione si traduca, di fatto, in una nuova forma di profilazione. Non solo, non è ancora chiaro se, e in quale misura, OpenAI condivida dati con terze parti o partner tecnologici.
Come cambia la navigazione: una trasformazione dell'esperienza online
OpenAI non è la prima. Google, per esempio, ha già integrato il suo modello Gemini in Chrome, Perplexity AI ha il suo browser AI Comet, e The Browser Company è stata acquisita da Atlassian per 610 milioni di dollari all'inizio di quest'anno.
Con Atlas, OpenAI non introduce soltanto un nuovo strumento, ma ridefinisce la frontiera tra navigazione, ricerca e produttività. Cercare informazioni online attraverso un chatbot dotato di intelligenza artificiale non equivale a utilizzare un motore di ricerca tradizionale. L’AI tende a mediare e reinterpretare i contenuti, fornendo risposte già elaborate. Non rimanda semplicemente a link esterni.
L'evoluzione dei browser potrebbe avere impatti rilevanti sull’ecosistema dell’informazione digitale e modificare l'equilibrio tra le grandi piattaforme online. Resta da capire se questo modello porterà a un accesso più efficiente e personalizzato all’informazione, o se, al contrario, finirà per concentrare ancora di più il controllo dei contenuti nelle mani di pochissimi attori.