Omicidio di Charlie Kirk, la storia del falso killer: “Sui social all’improvviso tutti dicono che sono io”

No, Michael Mallinson non è l'assassino di Charlie Kirk, influencer della destra trumpiana. Eppure sui social migliaia di post puntano il dito contro di lui. Lo definiscono un democratico radicale registrato nello Utah, "quello che ha sparato a Kirk". In realtà Mallinson, 77 anni, è un ex banchiere in pensione residente a Toronto. L'equivoco sembra essere nato dalla somiglianza tra lui e un’altra persona temporaneamente fermata dalla polizia subito dopo l’accaduto. “È incredibile come possa succedere tutto così in fretta,” ha raccontato Mallinson al New York Times. “Basta poco perché nome e foto vengano condivisi ovunque.”
Tutto sembra essere partito da un account su X chiamato “Fox 11 Reno” – non ha alcun legame con la vera emittente Fox del Nevada – ora il post è stato cancellato ma sui social ha innescato un effetto domino. Mallinson ha ricevuto anche messaggi diretti su Facebook "molte persone mi hanno inviato insulti pesanti", ha raccontato.
La caccia all’uomo sui social: accuse infondate contro Mallinson
Charlie Kirk è morto il 10 settembre, colpito al collo da un colpo di proiettile durante il suo ultimo evento pubblico alla Valley University, nel Stato dello Utah. L'attentatore, ripreso della telecamere, è ancora in fuga. Sui social nelle ultime ore è iniziata la caccia all'uomo, e l'account Fox 11 Reno ha pubblicato un post dove annunciava che la polizia aveva catturato l'assassino: Michael Mallinson.
Altri utenti su X hanno ripreso la fake news, citando erroneamente “Fox” come fonte. Alcuni hanno etichettato Mallinson come “estremista di sinistra”. Uno dei post ha raggiunto quasi 3 milioni di visualizzazioni. Secondo una portavoce del gruppo Sinclair, proprietario della reale emittente Fox del Nevada, l’account stava "fingendo di essere la stazione" e sono in corso tentativi per chiuderlo.
Anche Grok, il chatbot di Elon Musk creato da xAI, ha diffuso la fake news. Ha addirittura scritto che “il sospettato, Michael Mallinson, era stato fermato dalla polizia”. In altre conversazioni, invece, il chatbot ha spiegato che le informazioni erano già state confermate o smentite.
Mallinson reagisce alla fake news: denuncia e possibile azione legale
Mallinson ha denunciato l’accaduto alle autorità locali e ha deciso di cancellare i suoi account sui social media. Una scelta difficile, Mallison infatti lavora come supporter per i pazienti affetti da una rara e dolorosa forma di artrite, usa quindi le piattaforme per connettersi con persone in tutto il mondo. L'uomo sta valutando se intraprendere o meno un'azione legale contro chi ha diffuso la fake news. “Considerando il ritmo frenetico delle notizie, mi aspetto che tutto questo passerà presto,” ha spiegato al New York Times. “Ma c’è sempre il rischio che qualcuno possa ripescare queste informazioni tra qualche mese e creare ancora problemi.”