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Le rivelazioni scomode sul nonno di Elon Musk: un antisemita con l’ossessione per l’apartheid

Grazie ad articoli, un libro autopubblicato e alla corrispondenza privata è stato possibili ricostruire il profilo di Joshua N. Haldeman, un uomo affascinato dalle teorie razziste a capo di un partito con derive antisemite.
A cura di Elisabetta Rosso
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Elon Musk nella sua nuova biografia scritta da Walter Isaacson lo descrive come un uomo che faceva trucchi con la corda da rodeo e viaggiava su treni merci: "Mio nonno sapeva che le vere avventure comportano rischi". Di lui ha parlato anche la madre di Musk, Maye Haldeman nella sua biografia che ha commentato in un'intervista a Fanpage.it. Ma Joshua N. Haldeman non è solo questo. Dietro al personaggio eccentrico c'è un cospirazionista radicale con un debole per le teorie razziste, antisemite e antidemocratiche. E lo dimostrano gli scritti di Haldeman, recuperati dalla testata The Atlantic. Spezzoni di articoli, libri auto-pubblicati, manoscritti e corrispondenza privata ricostruiscono il profilo di un uomo che credeva di dover guidare la “civiltà cristiana bianca” nella sua lotta contro la “cospirazione internazionale” dei banchieri ebrei e le “orde di persone di colore”.

Ora, i peccati non sono ereditari. Haldeman è morto quando Elon Musk aveva solo due anni e suo padre Errol aveva già preso le distanze dalle sue teorie razziste, anzi, era un membro del Partito Federale Progressista la principale opposizione politica all'apartheid. Ma, considerate le ultime accuse mosse a X, dove sono spuntati post antisemiti, e i commenti di Musk, ha scritto che George Soros “sembra non volere niente di meno che la distruzione della civiltà occidentale", può essere interessante capire chi era davvero suo nonno, grattando via la patina dall'avventuriero spregiudicato e andando più a fondo.

Il  sostegno al nuovo regime di apartheid

Nel 1950, Haldeman decide di lasciare il Canada per il Sudafrica. Non è una scelta facile. A Regina, capitale del Saskatchewan aveva costruito un impero con la sua attività da chiropratico. Possedeva un aereo, una casa con 20 stanze e si era candidato al parlamento provinciale, poi a quello nazionale e era diventando presidente di un partito politico minore. Eppure decide di partire. Isaacson scrive che Haldeman era arrivato “a credere che il governo canadese stesse esercitando un controllo eccessivo sulla vita degli individui e che il Paese si fosse ammorbidito”. Uno dei figli di Haldeman ha scritto che ilmotivo della partenza potrebbe essere stato semplicemente "il suo spirito avventuroso e il desiderio di un clima più piacevole in cui crescere la sua famiglia". Ma non è proprio così, dietro la partenza per il Sudafrica c'è il suo forte sostegno al nuovo regime di apartheid.

E infatti durante un'intervista Heldeman aveva spiegato a un giornalista del quotidiano sudafricano Die Transvaler: "L'atteggiamento del governo invece di tenermi fuori dal Sudafrica, ha avuto esattamente l'effetto opposto: mi ha incoraggiato a venire e stabilirmi qui". Non solo, la testata di estrema destra afrikaner ha pubblicato un articolo per l'arrivo di Haldeman intitolato: "ELOGIA L'AZIONE DEL REGIME DEL PARTITO NAZIONALISTA: il politico canadese si stabilisce in Sudafrica".

Il libro autopubblicato dal nonno di Musk

Non solo articoli di giornale, il nonno di Musk scrive le sue teorie in un libro autopubblicato nel 1960. Si chiama: "La cospirazione internazionale per stabilire una dittatura mondiale e la minaccia per il Sudafrica", alcuni estratti sono stati pubblicati da Jill Lepore sul New Yorker, esiste una sola copia conservata presso la Michigan State University. Haldeman scrive: "C’è una forte possibilità che il Sudafrica diventi il ​​leader della civiltà cristiana bianca poiché sta diventando sempre più il punto focale, il baluardo e il soggetto degli attacchi da parte di forze anti-cristiane e anti-bianche in tutto il mondo. Adempirà questo destino se il popolo cristiano bianco si riunirà; se si rendono conto delle forze che stanno dietro questi attacchi a livello mondiale; se il popolo studierà chi sono i suoi veri nemici e quali sono i suoi metodi; se combatterà seriamente i mali dell’internazionalismo che stanno già mettendo radici cancerogene nella nostra società".

La vita politica di Haldeman

Ma senza dover recuperare libri quasi estinti, per capire Haldeman basta guardare alla sua vita politica. Il partito politico minore guidato da Haldeman in Canada era noto per le sue derive antisemite. Un giornale canadese riporta una sua dichiarazione dopo il trasferimento in Sudafrica: “I nativi sono molto primitivi e non devono essere presi sul serio. Alcuni sono abbastanza intelligenti in un lavoro di routine, ma i migliori di loro non possono assumersi la responsabilità e abusano dell’autorità. L’attuale governo del Sudafrica sa come gestire la questione dei nativi”.

Era stato il leader di un movimento politico marginale chiamato Technocracy Incorporated,  che sosteneva la fine della democrazia e il governo di una piccola élite esperta di tecnologia. Durante la seconda guerra mondiale, il governo canadese aveva dichiarato il partito un rischio per la sicurezza nazionale. Haldeman continuò comunque a sostenere Technocracy, e per questo venne arrestato e condannato tre volte.

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