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La Terza Guerra Mondiale è già diventata un meme: ora abbiamo un nuovo problema

Su TikTok l’hashtag WW3 sulla Terza Guerra Mondiale è arrivato a 614.600 post. Si tratta solo del flusso principale in cui è possibile trovare video dedicati all’ipotesi che stia cominciando un nuovo conflitto globale. Dentro c’è di tutto: esperti di geopolitica, clip del conflitto ma anche tanti meme, balletti, outfit a tema e make up. Qualsiasi cosa per andare in tendenza.
A cura di Valerio Berra
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Agosto 2014. Papa Francesco sta tornando dal suo viaggio apostolico in Corea Del Sud. È in conferenza stampa: “Qualcuno mi diceva: lei sa padre che siamo nella Terza Guerra Mondiale ma a pezzi”. Allora i social non erano quello che vediamo adesso. Non c’era stata la pandemia, la creator economy era appena iniziata e Facebook era ancora nel fiore dei suoi anni. Quasi 11 anni dopo le parole di Papa Francesco potrebbero essere serenamente aggiustate: “Siamo nella Terza Guerra Mondiale ma a meme”.

Il 13 giugno Israele ha cominciato l’operazione Rising Lion contro l’Iran. Nella notte tra il 21 e il 22 giugno gli Stati Uniti sono intervenuti con l’operazione Martello di Mezzanotte. Due eventi che insieme hanno aumentato il livello incertezza sul futuro degli equilibri globali. Non solo. Hanno anche fatto riemergere sui social un’ondata di meme che cercano di trasformano un groviglio di cause ed effetti in un trend buono per qualche visualizzazione.

Gli hashtag su TikTok legati al conflitto mondiale

TikTok è un buon termometro. L’hashtag #WW3 ha 614.600 post. È solo quello principale. Certo, dentro ci sono anche video di divulgazione o clip di cronaca, dal lancio di missili alle dichiarazioni dei leader politici direttamene coinvolti nel conflitto. Il primo video suggerito dall’algoritmo però, con quasi 450.000 like, è quello di un creator che indossa diversi outift legati a un ipotetico conflitto mondiale. Un video rifatto da tanti creator con risultati variabili.

C’è un trend, con varie interpretazioni, che gioca sulle aspettative dell’estate. Descrizioni come: “Questa estate andrà benissimo” e poi immagini di missili e scene di conflitto globale. E ancora. I volti di Donald Trump, Vladimir Putin, Ali Khamenei e Kim Jong-un diventano i protagonisti di finte sigle di anime ispirati alla Terza Guerra Mondiale.

Di più. Serena Mazzini, autrice del libro Il Lato Oscuro dei Social Network, ha segnalato il video di una creator che ha pubblicato un video che ha come musica una canzone di Caparezza. Lei si trucca, si cambia, si muove a tempo della musica e alla fine chiude la performance con un outfit da serata. Mazzini, che da tempo segnala questo nuovo flusso di video, commenta:

“Ora che si è scritta l’asta sul petto e ha fatto il video, possiamo stare sereni: una rapida e pacifica risoluzione dei conflitti in corso è sicuramente in arrivo. La guerra? È solo una sfondo estetico per la propria rilevazione personale”.

Quando tutto è diventato un meme

Certo. L’origine di questi trend non è uno solo. C’è la voglia di esorcizzare la paura, c’è sicuramente del black humor, c’è un esigenza di esprimersi su quello che accade attorno a noi. Quello che spaventa è la semplificazione del linguaggio. Il creator che presenta gli outfit ispirati alla Terza Guerra Mondiale usa lo stesso linguaggio per mostrare come si veste per una serata. Il make up militare spunta tra un trucco ispirato ai Labubu e uno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. Si semplifica, si gioca, si balla e si ripetono le parole di una canzone. Basta mostrarsi, basta fare like.

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