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La storia di Lorenzo, il ragazzo di 16 anni che ha scoperto una nuova stella: “È solo un punto di partenza”

Grazie a un progetto del MarSEC, Lorenzo ha studiato i dati della Nebulosa Carena. E ora potrebbe essere l’italiano più giovane ad aver scoperto una stella variabile.
A cura di Elisabetta Rosso
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Lorenzo Sassaro ha 16 anni, ed è seduto in camera sua, a Vicenza, fissa lo schermo del computer e poi nota qualcosa. Una stella che nessuno aveva mai visto prima. In realtà Lorenzo la cerca da mesi, da quando è entrato a far parte del progetto del MarSEC, dell'Osservatorio astronomico di Marana di Crespadoro. Ha puntato lo sguardo verso la Nebulosa Carena e studiato i dati recuperati da telescopi survey posizionati sulla Terra e sui satelliti.

Le possibilità di trovare una nuova stella, sono bassissime, il 5%. Eppure Lorenzo ci riesce diventando probabilmente il più giovane italiano a scoprire una stella variabile. "Ho consultato tutti i cataloghi, sera dopo sera, per scoprire se qualcuno prima di me l'avesse segnalata", e così il successo è stato certificato dal Vsx (Variable Star Index).

Partiamo dalla stella, quando l’hai scoperta?

Ero in camera mia, una settimana e mezza fa più o meno, stavo analizzando dei dati al computer, e a un certo punto vedo questa stella. Non sapevo ancora se fosse “nuova”, così sono subito andato a verificare se qualcuno l’avesse segnalata, e non l’ho trovata da nessuna parte.

Quando hai iniziato ad appassionarti di astronomia?

Sin da subito, alle elementari. I miei genitori un giorno mi hanno portato all’osservatorio del MarSEC, e lì ho capito. L'astronomia mi ha affascinato moltissimo, soprattutto mi è sempre piaciuta l’idea che non ci sia un limite, c’è sempre la possibilità di scoprire qualcosa in più.

E tu hai scoperto una stella. Ce la descrivi?

Certo, è stata chiamata MarSEC2_V2, è lontana dalla Terra 1.480 anni luce e ha una temperatura di 10.800 gradi, la sua luminosità varia con un periodo di un giorno e mezzo.

Cos’è una stella variabile?

È una stella che per cause fisiche varia la sua luminosità in un certo periodo di tempo. I dati che ho studiato suggeriscono che entrino in gioco due stelle che interagiscono tra loro attraverso il campo magnetico e questo va a interferire sui periodi di luminosità.

Da dove è iniziato tutto?

A settembre ho cominciato a fare una ricerca con il MarSEC sulle stelle variabili. Ho iniziato a entrare nel giro dell'osservatorio diventando un socio attivo, quelli che partecipano per aiutare durante le aperture domenicali. Facevo già ricerca al telescopio, solo che non potevo salire sempre, dato gli impegni scolastici, e quindi sono stato coinvolto in questo progetto dai tutor dell’osservatorio, Ivo Peretto e Stefano Lora. In questo modo potevo anche lavorare da casa analizzando i dati raccolti da altri telescopi più performanti.

Perché avete deciso di studiare la nebulosa Carena?

È un luogo di grande interesse per l’astronomia. Siamo partiti da lì perché è diventata famosa grazie al James Webb Space Telescope, che l’ha fotografata. Anche se noi non abbiamo usato i dati del James Webb ma dei survey che sono dei telescopi situati o a terra o sui satelliti. Grazie ai dati registrati sono riuscito a trovare questa stella variabile.

Quanto è alta la probabilità di scoprire una stella?

Mi avevano detto che la possibilità era il 5%. Quindi piuttosto bassa.

E come hai fatto a capire che era una stella “nuova”?

Io ho trovato questa stella ma ovviamente dovevo verificare che non fosse stata scoperta da nessun altro. Ci sono dei siti, per esempio Avso che riportano tutti i cataloghi per le stelle variabili scoperte. Non l’ho trovata.

È un processo lungo?

Beh sì, considera che bisogna controllare manualmente tutti i cataloghi che sono stati scritti. Con pazienza, sera dopo sera ho guardato ogni lista delle stelle variabili per verificare la mia.

E quando hai visto che non era mai stata scoperta come ti sei sentito? 

Un momento davvero emozionante, una soddisfazione enorme. Appena mi sono accorto che avevo veramente scoperto una stella ho chiamato il mio tutor all’osservatorio Stefano Lora e gli ho raccontato tutto. Poi sono andato dai miei genitori, erano felicissimi. Io però non ho subito cantato vittoria perché nonostante fossi quasi sicuro di non essermi sbagliato, sai doveva ancora essere accettata.

Come si accetta una stella nella comunità scientifica? 

Hanno inviato tutto i miei tutor. Abbiamo presentato il lavoro al Vsx (Variable Star Index dell'AAVSO – American Association Variable Stars Observers), che ribatte tutta la strada che è stata fatta per scoprire la stella e poi loro verificando tutto da capo a piedi danno il via libera.

Cosa ne pensi delle prossime missioni nello Spazio?

Sono molto interessato alla missione Artemis, abbiamo anche fatto una mostra all'osservatorio. Spero che riesca il progetto, sarebbe un grande passo avanti riuscire a colonizzare la Luna per poter arrivare su Marte. Studiare il pianeta avrà ricadute scientifiche importantissime. Basta pensare agli strap, che sono stati creati per la missione Apollo 11 e ora li usiamo tutti i giorni, o i computer.

Dietro ci sono i magnati che finanziano le grandi imprese, tipo Elon Musk, che ne pensi?

Credo che sia giusto investire e credere nelle missioni scientifiche e spaziali, chi ha molti fondi come Musk fa bene a finanziare la ricerca.

E invece quali sono i tuoi piani per il futuro?

Sono ancora indeciso. Sto cominciando a pensarci dato che sono in terza superiore. Una possibilità è sicuramente astronomia, e poi avevo anche pensato di studiare ingegneria informatica o medicina. Vedremo.

Come ti senti ad essere il più giovane a scoprire una stella?

Sono soddisfatto ma non lo vedo come un traguardo, sarà un punto di partenza per fare altre scoperte.

Qual è il prossimo step?

Mi piacerebbe scoprire un’altra stella variabile. Il progetto è ancora in corso e non finisce qui, continuano le ricerche.

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