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In Italia è stata creata la prima batteria commestibile: “Per un futuro davvero sostenibile”

L’Istituto Italiano di Tecnologia ha creato un prototipo che potrebbe essere utilizzato come cibo di emergenza per gli astronauti o per gestire lo smaltimento delle batterie.
A cura di Elisabetta Rosso
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Mandorle, capperi, alga nori, oro alimentare e cera d'api. Inizia così la lista della spesa per "cucinare" una batteria commestibile. Funziona, ma a bassa potenza, ed è il primo step verso un filone di ricerca che sta provando a creare dispositivi elettronici che si possono mangiare. La prima batteria è stata creata nel laboratorio dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Milano, e la ricerca è stata guidata dal professor Mario Caironi. 

Nel futuro si potranno creare giocattoli commestibili per la sicurezza dei bambini, o in ambito medico per monitorare la qualità degli alimenti, ma anche strumenti di diagnostica, per esempio sensori o sonde che si possono ingerire senza alcun effetto collaterale. C’è anche immaginato robot commestibili come cibo di emergenza per le missioni spaziali, e poi, chiaramente, potrebbero riuscire a risolvere il problema dello smaltimento delle batterie.

Come è fatta la batteria che si può mangiare

La nuova batteria è nata nel laboratorio italiano Iit diretto da Mario Caironi ed è stato sostenuto finanziariamente dal Consiglio Europeo della Ricerca (Erc). Coautore dello studio è Ivan Ilic, dello stesso laboratorio. La batteria è composta da riboflavina (o vitamina B2), che andrebbe a comporre l’anodo, e la quercetina, contenuta nei capperi, che invece fa da catodo. Per crearla è stato anche utilizzato il carbone attivo per la conducibilità elettrica. C’è anche l’alga nori che funziona come un separatore in grado di evitare i cortocircuiti e infine la capsula della batteria comporta con la cera d’api, e due contatti in oro alimentare.

La batteria da 0,65 V, è stata anche pensata per non creare problemi se ingerita, e riesce a  funzionare per 12 minuti con un’intensità di corrente di 48 milliampere. Può durare anche un’ora se deve alimentare i Led a bassa potenza.

Il futuro dei dispositivi commestibili

Potrebbero essere applicate in diversi ambiti, Caironi ha spiegato che "i potenziali utilizzi futuri includono circuiti e sensori commestibili, in grado di monitorare le condizioni di salute ma anche lo stato di conservazione degli alimenti". Non solo, dato che si possono ingerire, i dispositivi commestibili, potrebbero anche essere la base dei giocattoli per i bambini. “In realtà, già ora stiamo già sviluppando dispositivi con maggiore capacità e dimensioni ridotte".

"Questa batteria commestibile è molto interessante anche per chi studia e progetta gli accumulatori di energia”, ha aggiunto Ilic. “La costruzione di batterie più sicure, senza l'uso di materiali tossici, è una sfida che dobbiamo affrontare: anche se queste batterie non alimenteranno le auto elettriche, sono una prova del fatto che realizzare delle fonti di alimentazione con materiali più sicuri rispetto alle attuali batterie agli ioni di litio è possibile. Crediamo quindi che ispireranno altri scienziati a costruire batterie più sicure, per un futuro davvero sostenibile".

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