video suggerito
video suggerito

Il primo risultato del “codice rosso” di OpenAI si chiama GPT Image 1.5: cosa sapere sul nuovo modello

Dal “codice rosso” interno alla sfida globale sull’IA, GPT Image 1.5 segna la prima mossa di OpenAI per rafforzare la sua leadership e sfidare Google.
A cura di Elisabetta Rosso
0 CONDIVISIONI
Immagine

A inizio dicembre il codice rosso, dopo due settimane arriva GPT Image 1.5. Nel settore dell’intelligenza artificiale generativa non esistono più fasi di attesa: ogni aggiornamento è una mossa strategica, ogni lancio un segnale al mercato. È in questo contesto che OpenAI presenta la nuova versione del suo sistema di generazione di immagini integrato in ChatGPT, pensata per essere più veloce, precisa e soprattutto più affidabile nel seguire le istruzioni dell’utente. Il rilascio è iniziato questa settimana ed è disponibile per tutti gli utenti di ChatGPT.

Il lancio segna segna un nuovo capitolo nella competizione sempre più serrata con Google nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. GPT Image 1.5 arriva infatti in un momento strategico. Nelle ultime settimane Google si è riposizionata con Gemini 3, il suo modello di punta, e con Nano Banana Pro, un generatore di immagini che ha ottenuto ottimi risultati nei principali benchmark pubblici, come quelli aggregati da LMArena. Secondo analisti di settore, queste novità hanno contribuito a spostare parte dell’attenzione e delle quote di mercato verso Mountain View. Ora OpenAI cerca di recuperare terreno. 

Più controllo creativo e maggiore coerenza visiva

Dal punto di vista tecnico, GPT Image 1.5 promette risultati più veloci e accurati. OpenAI parla di tempi di generazione fino a quattro volte più rapidi e, soprattutto, della capacità di rispettare istruzioni senza “stravolgere” l’immagine di partenza. Spesso, infatti, è difficile ottenere modifiche mirate, per esempio cambiare un'espressione, un colore o un formato mantenendo invariati stile e composizione.

Con il nuovo modello, l’editing diventerà più simile a una fase di post-produzione professionale: è possibile intervenire su elementi specifici come illuminazione, colori, inquadratura o  preservando la coerenza tra una versione e l’altra. Un passo importante per chi utilizza i modelli in ambiti creativi, editoriali o di design, dove l’iterazione controllata è essenziale.

ChatGPT come “studio creativo”

OpenAI ha deciso di cambiare anche le modalità di utilizzo. Come spiegato da Fidji Simo, CEO delle applicazioni OpenAI, le immagini saranno accessibili da una sezione dedicata nella barra laterale, progettata per funzionare come uno studio creativo. Saranno presenti nuove schermate di visualizzazione ed editing, prompt di tendenza e filtri preimpostati che dovrebbero facilitare sia la creazione guidata sia l’esplorazione di idee. L’obiettivo è rendere il processo più visivo e immediato.

L’evoluzione di GPT Image 1.5 riflette una tendenza più ampia: i generatori di immagini e video stanno uscendo dalla fase sperimentale per diventare strumenti  più maturi, adatti a contesti professionali. La sfida, ora, non è solo stupire con immagini spettacolari, ma offrire controllo, affidabilità e integrazione fluida nei flussi di lavoro quotidiani.

La corsa all'intelligenza artificiale: OpenAI vs Google

Il lancio di GPT Image 1.5 arriva in un momento complesso. Sam Altman, a inizio dicembre, ha lanciato il codice rosso, un allarme interno per accelerare lo sviluppo di nuovi modelli per tenere il passo con un mercato competitivo. Con circa 800 milioni di utenti settimanali, al momento, ChatGPT rimane il prodotto di punta dell’intelligenza artificiale generativa. Tuttavia Google ha un vantaggio strutturale. Forte del suo motore di ricerca – una delle principali fonti di ricavi digitali al mondo – dispone di risorse finanziarie e di un patrimonio dati che le consente di spingere sullo sviluppo dei modelli Gemini.

OpenAI intende intervenire su più fronti: aumentare la velocità, migliorare l’affidabilità, rendere le risposte più personalizzate e ampliare la capacità del sistema di rispondere a un ventaglio più ampio di domande. L’ultima volta che era scattata una simile emergenza interna — un “codice rosso” — era nel 2022. A lanciarlo però era stato Google, proprio dopo il lancio di ChatGPT. Tre anni dopo, i ruoli sembrano essersi invertiti. 

In un panorama in cui OpenAI e Google si contendono il primato tecnologico a colpi di aggiornamenti rapidi e modelli sempre più sofisticati, la partita si gioca anche sull’esperienza dell’utente. E GPT Image 1.5 rappresenta un tassello chiave della strategia di OpenAI. 

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views