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Il Garante della Privacy ha inviato un atto di contestazione a ChatGPT: cosa succede ora

Nel marzo del 2023 il Garante per la Protezione dei dati personali aveva bloccato ChatGPT in Italia. Spiega Guido Scorza a Fanpage.it: “Allora era un provvedimento d’urgenza, questa invece è una contestazione formale. Il processo sarà molto più lungo”.
A cura di Valerio Berra
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Il Garante della Privacy ha inviato a OpenAI un atto di contestazione per aver violato la normativa in materia di protezione dei dati personali. OpenAi è la società che sviluppa ChatGPT, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale che ha svelato al grande pubblico. Sembra un film già visto. Nel marzo 2023 il Garante aveva bloccato ChatGPT in Italia per poco più di un mese. Questa volta però gli effetti della contestazione potrebbero essere più complessi da gestire.

La contestazione è una procedura formale. Lo spiega a Fanpage.it Guido Scorza, avvocato esperto di privacy e componente del Garante della Privacy. “A marzo abbiamo adottato un provvedimento di urgenza che voleva abbattere i margini di rischio più urgente. Sulla base di quelle contestazioni abbiamo avviato un’attività istruttoria. Abbiamo messo nero su bianco tutte le contestazioni”.

Cosa succede adesso a ChatGPT

Al momento ChatGPT resta al suo posto. Ora OpenAI dovrà rispondere alla contestazione del Garante e soprattutto dovrà trovare un modo per rispondere alle richieste per continuare a operare in Italia. Non solo. Il Garante dovrà capire anche cosa è successo a ChatGpt nei suoi primi mesi di utilizzo, quali norme ha violato e per quali basta una semplice correzione in corso d’opera.

I punti che vengono contestati per quanto riguarda la privacy sono “riservati”, ci spiega Scorza. Al momento non possono essere diffusi ma sono collegati alle osservazioni fatte dal Garante già nella scorsa contestazione. Da quando è stato lanciato sul mercato, ChatGPT ha mostrato parecchie volte di avere problemi con i dati che conserva nei suoi database.

L’ultimo esempio è quello del “rigurgito”, un bug di ChatGPT attraverso cui il chatbot può restituire agli utenti delle porzioni di database su cui è stato addestrato. Con questo metodo è possibile anche scovare gli indirizzi mail delle persone e degli elenchi da cui sono stati presi i dati. Come abbiamo già raccontato, in alcuni casi ChatGPT può svelare anche le mail private.

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