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I maschi bersaglio di sextortion, le femmine vittime di revenge porn: così vengono ricattati i vostri figli

Secondo il report del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online crescono i casi di adescamento online sui minori: La fascia più colpita è quella tra i 10 e i 13 anni.
A cura di Elisabetta Rosso
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Profili falsi, ricatti digitali, immagini intime sottratte con l’inganno. Nel 2024 i reati online contro i minori sono aumentati: da 2.702 del 2023 a 2.828, secondo il report del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.). I numeri, in realtà, potrebbero essere più alti, non vengono infatti considerate tutte le vittime che decidono di non denunciare per stigma o vergogna.

Tra i fenomeni più diffusi c'è la il revenge porn e il sextortion.  Come ha spiegato a Fanpage.it a Maggiore Mariantonia Secconi, Comandante della Sezione Atti Persecutori: “La prima è consumata in ambito affettivo, per esempio una coppia, il rapporto sentimentale finisce e uno dei due non accetta la fine della relazione, e per convincere il partner minaccia di pubblicare o diffonde sul web le immagini intime dell’ex”, qui il confine con il revenge porn è sottile ma ben marcato. Si tratta infatti non di un’estorsione, ma di una vendetta per punire e denigrare pubblicamente una persona. Nel sextortion, invece, il ricatto è valido solo se la vittima ha un valore di scambio per il carnefice.

Crescono anche i casi di adescamento online. Come ha spiegato la Polizia Postale, i minori vengono contattati sui social, o sulle app di videogiochi per parlare di sesso o per proporre scambi di immagini intime. Poi con il ricatto ne chiedono sempre di nuove, foto che finiscono poi sui siti contenenti scatti o filmati pedopornografici.

Chi sono le vittime dei casi di sextortion

Secondo il report in 8 casi su 10 di sextortion le vittime sono ragazzi. È un ricatto per ottenere denaro o favori sessuali, il truffatore minaccia di pubblicare materiale intimo della vittima ottenuto con l'inganno e senza il suo consenso, (le immagini o i video possono anche essere stati recuperati e non inviati direttamente dalla vittima).

Nel 2024, secondo il report sono stati registrati 130 casi di sextortion con vittime minorenni, un dato in lieve calo rispetto ai 137 del 2023. I 14 e i 17 anni, che rappresentano l’88% dei casi. Negli ultimi anni l’età media si è abbassata. E infatti la sextortion è diventata una strategia per recuperare materiale pedopornografico. 

Aumentano i casi di revenge porn e adescamento online

Il revenge porn include tutta la pornografia non consensuale, quindi la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Spesso le immagini sono state realizzate con il consenso ma poi vengono diffuse da partner, spasimanti o persone vicine alla vittima. Questo reato è cresciuto, sfruttando chat, blog, social. Lì vengono caricate foto e video sessualmente espliciti, e da lì, spesso parte una ragnatela di ricondivisioni che fa rimbalzare sui dispositivi contenuti privati. 

Nel 2024, secondo i dati  del C.N.C.P.O, i casi di revenge porn tra i minori sono aumentati del 45%, passando da 29 a 42. Il 74% delle vittime ha tra i 14 e i 17 anni e nella maggior parte dei casi – oltre 7 su 10 – si tratta di ragazze.

Crescono ance i casi di adescamento online, nel 2024 sono stati 374, contro i 353 dell’anno precedente. La fascia più colpita è quella tra i 10 e i 13 anni. Ma è nella fascia 14-16 che l’aumento è più evidente: da 114 casi nel 2023 a 141 nel 2024, con un incremento del 24%.

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