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“Hai visitato siti porno: paga questa multa o andrai processo”, la truffa via mail arrivata a centinaia di persone

Le segnalazioni registrate dai carabinieri sono state centianaia e una piccola percentuale di vittime alla fine ha anche pagato l’importo richiesto. Riavere indietro i soldi è possibile ma ci vorrà ancora parecchio tempo.
A cura di Valerio Berra
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Il metodo è lo stesso che i venture capitalist usano per distribuire i loro investimenti nelle start up: spread and pray, spargi i soldi e spera che almeno una start up funzioni. Solo che questo non è un round di investimenti ma un’estorsione organizzata su tutto il territorio italiano. I carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) hanno arrestato a Parma un uomo accusato di essere al centro di una truffa online arrivata a centinaia di caselle mail.

Le mail inviate sembravano tutte arrivare da un comando dei carabinieri. Avevano il logo dell’Arma, bolli che sembravano ufficiali e gergo giudiziario. Nel testo veniva spiegato che chi riceveva la mail era oggetto di procedimenti giudiziari per diversi reati. In ordine: pornografia infantile, pedofilia, esibizionismo e cyberpornografia. Una volta spaventato l’utente, la truffa andava all’incasso.

Nella mail si spiegava alla vittima che per tutti questi reati sarebbe presto stata arrestata, che la sua storia sarebbe stata diffusa alla sua famiglia e ai media, così da permettere “ai tuoi cari e tutta l'Italia di vedere cosa stavi facendo davanti al computer e al cellulare”. L’unico modo per fermare tutto questo era pagare subito una multa da 5.000 euro a un controcorrente indicato.

Il colonnello Luigi Imperatore: “Centinaia di segnalazioni, qualcuno ha pagato”

Il colonnello dei Ros Luigi Imperatore ha spiegato a Fanpage.it che la mail è arrivata a centinaia di persone: “Abbiamo registrato centinaia di segnalazioni di questa mail o di tentativi di estorsione simili. E in tutte queste segnalazioni, contiamo anche una piccola parte di persone che effettivamente hanno pagato. Questo fenomeno non è solo italiano, anche in Francia si verifica da un paio di anni”.

Le persone che pagano sono soprattutto anziani, magari preoccupati che la famiglia scopra le loro visite a portali che diffondono pornografia, anche in modo legale: “Di solito hanno paura che i loro partenti lo vengano a sapere e quindi pagano. Mettono insieme qualche risparmio e procedono con il bonifico”.

L’uomo che è stato arrestato non era certo un hacker ma nemmeno uno sprovveduto, aveva già qualche precedente sempre per truffe simili e probabilmente faceva parte di un’organizzazione più ampia. Chi ha pagato potrebbe riavere i soldi versati, ma non subito: “Ora l’uomo arrestato dovrà seguire il suo iter giudiziario. Se verrà dichiarato colpevole, allora le vittime potranno rivalersi su di lui in altre sedi”.

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