Gmail accusato di spiare la posta per addestrare l’IA: Google spiega cosa è successo davvero

L'11 novembre una class action depositata presso la corte federale di San Jose, in California, aveva accusato Google di aver raccolto "segretamente" dati privati degli utenti di Gmail, Chat e Meet senza il loro consenso. L'obiettivo – secondo i promotori dell'azione legale – della presunta violazione della privacy commessa da Alpahnet Inc., l'azienda madre di Google, sarebbe stato quello di utilizzare i dati degli utenti per addestrare Gemini, l'intelligenza artificiale di Google.
Oggi, l'azienda ha replicato alle accuse rispondendo alla richiesta di spiegazioni da parte del portale di informazione tecnologica ZDNET, spiegando che non c'è stata nessuna modifica recente nelle impostazioni della privacy. L'azienda ha quindi negato di aver utilizzato i contenuti degli utenti per addestrare la sua intelligenza artificiale.
Cos'è successo
Per capire bene cos'è successo bisogna fare qualche passo indietro: come ha riportato Bloomberg, l'11 novembre un gruppo di persone ha accusato Google di usare Gemini AI di raccogliere illegalmente le comunicazioni private degli utenti che utilizzano i suoi prodotti di messaggistica ed email, quindi non solo Gmail, ma anche Meet e Chat, senza aver prima averli informati e aver chiesto il loro consenso esplicito.
Secondo l'accusa Google avrebbe permesso al suo assistente virtuale AI, attivo di default sulle app di Google – a meno che l'utente non decida espressamente di disattivarlo – di "accedere e sfruttare l'intera cronologia delle comunicazioni private dei suoi utenti, inclusa letteralmente ogni e-mail e allegato inviati e ricevuti nei loro account Gmail", si legge nel testo della class action diffuso da Bloomberg. Per l'accusa questa condotta da parte di Alphanet Inc. costituirebbe una violazione del California Invasion of Privacy Act, la legge sulla privacy in vigore in California.
In seguito a questa notizia, il blog dell'azienda di sicurezza informatica Malwarebytes ha pubblicato un articolo – oggi corretto e integrato – in cui gli autori dicevano che Gmail aveva permesso alla sua intelligenza artificiale di accedere e visualizzare i messaggi privati e gli allegati degli utenti per allenare le sue funzionalità intelligenti attraverso un consento di tipo opt-in, ovvero implicito. Questo significa che una data funzionalità è automaticamente attiva, a meno che non sia l'utente stesso a negare il consenso.
La risposta di Google
Alla fina, rispondendo a ZDNET, Google ha spiegato che in realtà non ha introdotto nessuna nuova funzione, in quanto le funzionalità intelligenti esistono da anni nei suoi servizi. Ecco la risposta ufficiale di Google:
Questi report sono fuorvianti – non abbiamo cambiato le impostazioni di nessuno. Le funzionalità intelligenti di Gmail esistono da molti anni e non utilizziamo i tuoi contenuti Gmail per addestrare il nostro modello di intelligenza artificiale Gemini. Infine, siamo sempre trasparenti e chiari se apportiamo modifiche ai nostri termini di servizio e alle nostre politiche".
In seguito a questa risposta, anche Malwarebytes ha aggiornato il suo articolo, ammettendo di "aver contribuito a una perfetta tempesta di fraintendimenti" dopo che Google ha modificato il modo in cui presentava le sue funzionalità smart di Gmail. Si tratta di strumenti che esistono da tempo sui prodotti Gmail, ma alcune modifiche recenti nel modo in cui sono descritte nelle impostazioni hanno portato diversi utenti a credere che fossero state modificate nella sostanza.
Cosa possono fare le funzionalità smart di Google
Attualmente nella versione italiana di Gmail, nella sezione Impostazioni alla voce "Funzionalità smart in Google Workspace", attive per consenso implicito, si legge: "Se attivi questa impostazione, accetti che Google Workspace utilizzi i tuoi contenuti e le tue attività di Workspace per personalizzare la tua esperienza in Workspace. Workspace include app per le attività e le scuole, come Gmail, Chat, Meet, Drive e altre".
Ma in realtà non dovrebbe essere cambiato nulla nella sostanza, ha confermato anche lo stesso blog di sicurezza informatica dopo aver controllato diversi report e documenti di Google. Per intenderci, attraverso le sue funzionalità smart Google scansione il contenuto dei messaggi degli utenti per alimentare funzionalità intelligenti come il suo filtro anti spam o la categorizzazione dei messaggi e la scrittura di suggerimenti, ma questo non significa che il contenuto dei messaggi o delle comunicazioni via email tra gli utenti vengono dati in pasto a Gemini come avevano sospettato in molti.