Falsificare un certificato di disabilità per saltare la fila: cosa rischia Camilla De Pandis

Il caso De Pandis sta esplodendo. Anche se a scoppio ritardato. Negli ultimi giorni sono spuntati migliaia di contenuti sui social attorno a un video pubblicato da Camilla De Pandis il 29 ottobre. Parliamo di una creator molto nota agli utenti più giovani: ha 1,6 milioni di follower su TikTok, oltre 700.000 su Instagram, quasi 170.000 iscritti su YouTube.
De Pandis ha pubblicato un video in cui lei e un gruppo di amici mostrano di aver trovato un modo per saltare la fila agli Universal Studio di Orlando, in Florida. A favore di telecamera gli amici di De Pandis raccontano di aver creato finti certificati di disabilità per ottenere un Attractions Assistance Pass for Guests. Un pass, chiamato anche Disability Pass, che permette di saltare la fila alle attrazioni del parco.
Secondo i dati del portale Queue Times solo nel 2023 è stato visitato da 9.750.000 persone. Le file possono essere lunghe. Il Disability Pass, leggendo sul sito del parco, è un certificato dedicato sia a chi ha una disabilità fisica che cognitiva.
Il Pass è valido per la persona che viene certificata e per cinque accompagnatori. De Pandis e i suoi amici erano in 12: dicono di averne ottenuti due. Le immagini di De Pandis sono state riprese da molti creator. Abbiamo chiesto all’avvocato Giuseppe Di Palo quali sono i rischi legali di queste azioni.
L’analisi dell’avvocato sul caso De Pandis
Giuseppe Di Palo è un avvocato penalista, classe 1985. Anche lui è attivo sui social. Su Instagram ha 340.000 follower. Ha dedicato un video al caso De Pandis e lo ho abbiamo sentito per capire meglio quali possono essere le conseguenze. Il punto principale è che qui non parliamo di un titolo pubblico, come il pass dedicato al parcheggio per i disabili. Siamo davanti a un certificato privato.
Con Di Paolo abbiamo cercato di leggere gli eventi come se fossero accaduti in Italia. “Falsificare un tagliando disabili per parcheggiare costituisce un reato. Falsificare un qualsiasi tipo certificazione privata invece non è tecnicamente un reato. Il falso in scrittura privata è diventato un illecito di natura civile. Dove viene accertato il danno si può procedere ma sempre in via civile”.
Ora. D’accordo con Di Paolo possiamo dire che è molto difficile che ci siano conseguenze per il gesto di De Pandis. Almeno dal punto di vista legale. Altra cosa sono le questioni legate all’immagine pubblica. Da quando è scoppiato il caso De Pandis ha smesso di pubblicare contenuti sui social. In passato abbiamo visto come problemi del genere abbiano compromesso i rapporti dei creator con i brand.
Qui Di Palo spiega cosa potrebbe fare Universal Studio: “Mi sembra difficile che faccia causa. Il caso però è diventato molto virale in Italia. In via ipotetica potrebbe quindi scattare una misura di band verso il soggetto, nel caso volessero agire. A De Pandis, o comunque a chi ha usato i Disability Pass, potrebbe essere impedito l’accesso al parco”.