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È morto Gordon Moore, l’uomo che ha previsto il futuro dei computer

Gordon Earle Moore è morto a 94 anni nella sua casa alle Hawaii. Nel 1965 ha scritto la Legge di Moore che per molti anni ha descritto perfettamente l’evoluzione della tecnologia dei processori.
A cura di Valerio Berra
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“Uno dei padri fondatori della Silicon Valley e un vero visionario che ha contribuito a spianare la strada alla rivoluzione tecnologica”, Tim Cook Ceo di Apple. “La sua visione ha ispirato tutti noi”, Sundar Pichai Ceo di Google. E così via. Nelle ultime ore i profili Twitter dei più importanti Ceo della Silicon Valley si sono riempite con messaggi dove viene celebrato l’imprenditore Gordon Earle Moore, morto a 94 anni nella sua casa alle Hawaii.

Moore resterà uno dei “padri fondatori” della Silicon Valley per due motivi. Il primo riguarda i processori. Nel 1968 ha fondato insieme a Robert Noyce e Andrew Grove la Intel Corporation, forse una delle prime Big Tech degli Stati Uniti. Questa azienda ha segnato la storia della produzione dei processori per tutta la rivoluzione digitale e anche ora è riuscita a conservare una posizione da protagonista nel mercato.

Il secondo motivo per cui Moore verrà ricordato riguarda sempre i processori. Gordon Moore è l’uomo che nel 1965 ha scritto la Legge di Moore, una teoria secondo cui il numero di transistor in un circuito integrato raddoppia ogni due anni. Questa frase si può spiegare meglio così: la potenza di calcolo di un processore raddoppia ogni due anni mantenendo invariate le dimensioni del processore.

Come è cambiata la Legge di Moore

La Legge di Moore è stata ridefinita più volte dal suo stesso autore. Prima l’intervallo di raddoppio era un anno, poi si alzato a due e poi negli ultimi anni la scalabilità della tecnologia si è fermata, rendendo più difficile definire una scala di evoluzione costante. Per diversi decenni però questa legge empirica ha trovato un’applicazione costante nello sviluppo dell’industria. Un fenomeno che è durato almeno fino al 2016 quando questa previsione empirica ha smesso di trovare conferma nella realtà.

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