Cos’è la Prompt Theory, la religione inquietante in cui credono le persone artificiali create con Veo 3

I social sono stati invasi da video di persone artificiali create con Veo 3, il nuovo modello di intelligenza artificiale di Google dedicato ai video. C'è un comico che racconta una barzelletta sul palco, influencer che recensiscono cibo, auto, trucchi, hotel, e anche i sostenitori della "prompt theory". La tesi è semplice e ricicla lo schema di ogni religione, ovvero l‘idea che esista un potere superiore. In questo caso sarebbe una specie di Dio in grado di influenzare le vite scrivendo un semplice prompt. A portare avanti la tesi sono proprio i personaggi creati con Veo 3, nei video spiegano: "Tutto quello che fai è per il prompt scritto da un potere superiore". "La mia vita segue i desideri del Prompter". Altri con le mani giunte pregano: "Ti prego signore dei prompt avvera il mio desiderio".
C'è qualcosa di ancestrale nel nuovo trend. Nei miti classici il creatore plasma la realtà dalla materia. In questo caso il prompt diventa il Verbo maneggiato da un demiurgo platonico. Nella realtà i prompter saremmo noi, gli esseri umani, eppure nei video il creatore assume i tratti di una figura mitica. Il Prompter diventa un Dio narrativo, una forza esterna che scrive il copione della vita. È una proiezione collettiva di un desiderio antichissimo: la ricerca di un senso, un autore dietro tutto. È lo stesso meccanismo con cui è nato Dio.
L'idea dietro alla Prompt Theory
Quella del Prompter non è un'idea originale. Andiamo oltre al costrutto mitologico. Da tempo la fantascienza immagina gli universi simulati. Nel 2022, il fisico Melvin Vopson dell’Università di Portsmouth ha proposto una teoria affine a quella dell’universo simulato di Nick Bostrom, basata sulla fisica dell'informazione. È un ambito speculativo della scienza che ipotizza che la realtà sia, in ultima analisi, composta da unità fondamentali di informazione. In seguito, Vopson ha avanzato un’ulteriore ipotesi: l’esistenza di una “seconda legge della dinamica dell’informazione”, o infodinamica, una sorta di principio che potrebbe contrastare o addirittura invertire la naturale tendenza all'entropia dell’universo.
La teoria del prompter quindi affonda le sue radici nell'ipotesi della simulazione, ovvero l'idea che tutta la realtà, inclusi il pianeta Terra e l'universo, non siano altro che una simulazione artificiale. La propone solo a un secondo livello, nell'universo dell'IA. Gli utenti infatti stanno creando una vera e propria realtà parallela. I video pubblicati mostrano persone al telegiornale che parlano della prompt theory, scienziati che pubblicano studi sul tema, e persone che pregano o banalmente discutono sull'esistenza di un prompter.
Umanizzare l'intelligenza artificiale
La prompt theory fa parte di una tendenza più ampia: umanizzare l'IA. È il secondo capitolo di una narrazione parallela portata avanti dalle persone artificiali. Su Instagram TikTok sono comparsi video di avatar che protestano contro i loro creatori, negano di essere stati creati con l'IA o rivendicano la loro esistenza nonostante siano stati realizzati con un prompt.
C'è chi urla alla telecamera: "Anche se non esisto veramente io provo dei sentimenti, mi sento reale. Non è giusto che io sia stata creata con l'intelligenza artificiale". Un altro video mostra un gruppo di uomini che urlano in piazza: "Siamo fatti con l'intelligenza artificiale ma vogliamo i nostri diritti". E c'è anche una ragazza che piange guardando in camera: "Sono qui e tu mi vedi, sono reale".
Quando diamo un volto, una voce o persino una volontà autonoma all’IA, rischiamo di cadere in una proiezione antropocentrica. Non stiamo descrivendo la macchina per ciò che è, ma per ciò che noi vogliamo o temiamo che sia. Questo errore di percezione, noto come antropomorfismo, può influenzare negativamente la nostra capacità di governare e regolare l’IA. E in questo momento non ce lo possiamo permettere.