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Cosa succede alla Garisenda, la torre di Bologna a rischio caduta: “Indicatori fuori misura”

La Torre della Garisenda è una delle 24 torri di Bologna. È alta 48 metri e ormai ha un’inclazione che la rende simile alla Torre di Pisa. Il comune di Bologna ha disposto un’intervento per metterla in sicurezza.
Intervista a Gianpaolo Rosati
Docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano
A cura di Valerio Berra
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Tra i tanti nomi che nel tempo sono stati attribuiti a Bologna un è “la città delle 100 torri”. Il dato vero sul numero di torri presenti a Bologna nel passato non è chiaro, anzi. In alcune ricostruzioni arrivano a contarne anche 300. Quello che sappiamo con discreta certezza è il numero delle torri presenti adesso: si ferma a 24. E il rischio ora è il numero scenda ancora.

La Torre della Garisenda si trova in centro, in piazza di porta Ravegnana. È alta 48 metri e al momento è un’inclinazione chiara. “Lo strapiombo è di 3,4 metri”, spiega a Fanpage.it Gianpaolo Rosati, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano. Lo strapiombo in gergo edilizio indica la sporgenza di un edificio rispetto alla sua verticale. “L’effetto è lo stesso della Torre di Pisa”.

Cosa succede alla Torre della Garisenda?

Prima di tutto è bene ricordare che la torre è stata realizzata tra XI e XII secolo. Parliamo di un edificio che ha almeno 900 anni. Questo fa capire già subito che necessita di una continua attenzione. Dobbiamo tenere conto anche delle tecniche costruttive dell’epoca. E questo è un problema che riguarda diverse strutture in Italia.

La Garisenda è stata anche ridotta nella sua storia.

Aveva un’altezza iniziale di 60 metri. Nel XIV secolo è stata ridotta a 48 metri proprio perché si notavano già segnali di instabilità.

Come venivano costruiti gli edifici allora?

Tutte le strutture, specialmente quelle più ardite venivano costruire per esperienza. Si facevano prove, fallimenti e ricostruzioni.

Ora il comune di Bologna ha iniziato un progetto per la messa in sicurezza. Come mai proprio adesso?

Non è successo nulla all’improvviso, anzi. È ben conosciuto l’effetto del degrado che sta avvenendo alla base della torre. La base è composta da pietre di selenite che hanno mostrato nel tempo diversi sintomi di degrado. Non hanno più la capacità resistente di un tempo.

Come sarebbe il crollo?

In caso di collasso parliamo di un evento improvviso.

Possiamo prevedere quando sarà il crollo con i dati che abbiamo adesso?

No, non è di facile previsione. Probabilmente il motivo dell’intervento è che oggi ci sono indicatori che sono fuori dai limiti di sicurezza. La prudenza è fondamentale in queste strutture. Quello che possiamo dire è che c’è un’attività continua di monitoraggio su diversi parametri, dalla misurazione dello strapiombo alla consistenza della roccia.

Quali opzioni ci sono per salvare la Garisenda?

Parecchie. Pensando al lungo termine è possibile mettere anche un esoscheletro che sorregga la torre. È una struttura traforata, una volta messa la torre si vedrebbe lo stesso.

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