Controllare sempre lo smartphone può alterare il cervello, l’esperta: “Meccanismo simile alle droghe”

Da quando ci svegliamo a quando andiamo il letto siamo costantemente connessi con i nostri smartphone. Il numero delle volte in cui li controlliamo durante il giorno è indicativo di quanto questo gesto sia diventato automatico, quasi un riflesso incondizionato.
Ma quali sono le conseguenze sul nostro cervello? Diversi studi sembrano suggerire che non è solo il tempo trascorso sui dispositivi, ma anche la frequenza con cui lo controlliamo, anche senza un reale motivo, a indicare il rischio di effetti negativi sulle nostre prestazioni cognitive quotidiane, ad esempio nella capacità di memoria e concentrazione.
Un problema sottostimato
Parliamo di un fenomeno molto più diffuso di quanto potremmo pensare e non limitato soltanto agli adolescenti. Secondo il Washington Post, un recente sondaggio condotto negli Stati Uniti da YouGov ha rivelato che 8 americani su 10 tengono il loro smartphone in camera mentre dormono, spesso anche accanto al letto.
Larry Rosen, professore emerito di Psicologia presso la California State University, ha dedicato oltre trent'anni della sua carriera a studiare gli effetti psicologi delle tecnologie digitali. Un suo articolo del 2017 sull'uso dei dispositivi digitali da parte degli adolescenti ha evidenziato che in media gli studenti universitari sbloccano il telefono 50 volte al giorno e lo utilizzano per circa 4 ore e mezza ogni 24 ore.
In realtà – secondo i dati riportati dal sondaggio di YouGov – le persone tendono a sottostimare la frequenza con cui controllano il proprio smartphone. In questo sondaggio la maggior parte dei partecipanti ha detto di non superare le dieci volte al giorno.
Gli effetti sulla capacità di concentrazione
Questo è un problema perché controllare spesso lo smartphone potrebbe danneggiare la nostra capacità di concentrazione, aumentando il rischio – come ha evidenziato uno studio della Singapore Management University – di vuoti di attenzione e di memoria. Ogni volta che apriamo il nostro dispositivo infatti spostiamo la concentrazione da quello che stiamo facendo a un'altra attività. Ma anche se lo utilizziamo per pochi minuti, l'effetto potrebbe durare più di quanto possiamo immaginare. Gloria Mark, ricercatrice dell'University of California, ha detto al Washington Post che ogni volta che una persona guarda il proprio smartphone mentre è a lavoro impiega poi in media circa 25 minuti per recuperare lo stesso livello di concentrazione.
Si tratta di un meccanismo molto complesso che non dipende soltanto dalla volontà. L'uso frequente dello smartphone può creare una vera e propria dipendenza che attiva meccanismi in parte simili a quelli coinvolti nelle dipendenze da sostanze chimiche come l'alcol o stupefacenti. Sebbene non si tratti di una dipendenza da sostanze, ma di una dipendenza comportamentale – come aveva spiegato a Fanpage.it lo psicologo Giuseppe Lavenia – l'esposizione continua ai dispositivi digitali può creare un circuito di gratificazione immediata che stimola il sistema dopaminergico, ovvero il meccanismo cerebrale che regolano il piacere, la motivazione e il desiderio.
"I telefoni e i media digitali stanno rafforzando il nostro cervello, attivando lo stesso circuito di ricompensa delle droghe e dell'alcol. I telefoni creano un circolo vizioso compulsivo in cui controlliamo senza pensare e proviamo una sensazione di astinenza quando non controlliamo o non abbiamo accesso al nostro telefono”, ha spiegato Anna Lembke, professoressa di Psichiatria e medicina delle dipendenze della Stanford University School of Medicine. Non a caso, a maggio scorso a Torino un adolescente è stato ricoverato con sintomi tipici di una crisi d'astinenza dopo che i genitori gli avevano vietato di utilizzare il telefono.
A conferma di ciò uno studio dell’Università di Heidelberg, in Germania, ha osservato che dopo soltanto 72 ore senza smartphone il cervello può attivare i meccanismi tipici dell'astinenza da sostanze. Dallo stesso studio è emerso che fare delle pause dallo smartphone potrebbe invece ridurre il rischio di dipendenza, riequilibrando il sistema di ricompensa. Per questo è importante utilizzare – ha spiegato Lembke – lo smartphone in modo consapevole, cercando di ridurre quanto più possibile le occasioni di distrazione, ad esempio disattivando le notifiche non necessarie e spegnendo il dispositivo tra un utilizzo e l'altro.