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Come funziona Ring, il citofono di Amazon con cui aprire la porta di casa quando siamo fuori

Il nuovo dispositivo di Amazon permette di gestire il cancello di casa attraverso un’app. Sembra ottimo per le consegne, ma forse è un po’ più complesso da usare per condividere gli accessi di casa con altri ospiti.
A cura di Valerio Berra
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Guardandolo da solo è un citofono molto smart. Guardandolo in una strategia su larga scala è il passo successivo ad Alexa per entrare nelle case degli utenti e nel mercato della domotica. Amazon ha presentato anche in Italia il Ring, a listino Ring Intercom. È un piccola scatola bianca quadrata che con un cacciavite e qualche tutorial si può collegare ai citofoni compatibili per attivare tutta una serie di funzioni che possono essere regolate da un’app per smartphone. Ovviamente dopo aver connesso tutto alla rete Wi-Fi.

Partiamo dagli utilizzi. Ring è pensato per essere ottimizzato per i cancelli o le porte di ingresso dei palazzi. Per capirci. Questo citofono non serve per aprire la porta blindata ma il cancello automatico del giardino o la porta di ingresso del palazzo. Il primo scopo per cui può essere usato è quello delle consegne. Se siamo fuori casa e un fattorino suona al citofono, possiamo aprirgli attraverso l’app e permettergli di lasciare il pacco che aspettiamo davanti alla nostra porta.

Il secondo scopo riguarda gli ospiti. Sull’app di Ring si possono creare delle chiavi temporanee anche per degli ospiti esterni. Per usarle basterà scaricare l’app. In questo caso c’è però un limite. L’ospite a cui vogliamo estendere l’accesso a casa nostra dovrà comunque avere una chiave della porta principale, visto che Ring non lavora sulle porte blindate. Il dispositivo si può integrare anche con Alexa. Il prezzo di lancio è fissato sui 49,99 euro.

Il rischio di attacchi hacker per i dispositivi IoT

Tutto quello che si collega a internet può essere a rischio di un attacco hacker. Il caso più famoso è quello di Mirai, un malware scoperto nel 2016 che aveva infettato migliaia di dispositivi IoT (Internet of Things). Nello specifico Mirai aveva creato una rete di bot poi utilizzata anche per attacchi DDoS. Lo scorso marzo il gruppo hacker ALPHV ha rivendicato un attacco proprio ai dispositivi Ring, pubblicando poi un elenco di dati che venivano ricondotti a utenti Ring.

Fanpage.it ha chiesto informazioni su questo punto a Dave Ward, Managing Director di Ring International: “Abbiamo investito molto sulla sicurezza per i nostri clienti, a partire dall’autenticazione e due fattori, e continueremo a farlo. Su questo dispositivo al momento non abbiamo avuto incidenti hacker confermati”.

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