Come funziona la testa di un Incel, lo psicologo Crepaldi: “Ci sono dei segnali che si possono capire”

Dentro le chat nascoste negli angoli di internet, migliaia di ragazzi si convincono ogni giorno che non saranno mai amati, che le donne non li vogliono e che la natura li sta respingendo. Si definiscono Incel, celibi involontari. I primi gruppi sono nati per “trovare supporto”, eppure i forum si sono trasformati in poco tempo nella tana degli uomini che odiano le donne. Qui ha preso forma una sottocultura misogna che si autoclassifica in Incel, Red Pill e Black Pill.
Nei forum vengono condivise fantasie di stupro, piani per l’eliminazione delle “femmine alpha” e tesi di genere estreme. Ma ci sono anche individui fragili che si sentono respinti dalla società, "la natura ci sta dicendo che non meritiamo di vivere", scrivono. Per capire meglio questo fenomeno complesso, abbiamo parlato con Marco Crepaldi, psicologo e divulgatore scientifico, che da anni segue in terapia ragazzi che si definiscono Incel.
Su Fanpage.it abbiamo raccontato cosa succede all'interno dei gruppi della manosphere, siamo stati un mese nella comunità Black Pill. La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie sull'universo Incel. Decidiamo di pubblicarle per spingere a una riflessione sul tema e creare più consapevolezza sui rischi del fenomeno. Se anche tu hai avuto esperienze puoi raccontarci la tua storia cliccando qui.
Quando ha iniziato a interessarsi di questo mondo?
Ho cominciato a occuparmi di Hikikomori, mi ero avvicinato a questo fenomeno poco conosciuto perché da ragazzo introverso mi interessava in prima persona. Nel tempo ho cominciato a interessarmi in modo più ampio alle dinamiche del ruolo di genere maschile, insomma, le problematiche che riguardano principalmente gli uomini, in particolare al fenomeno Incel. E così tantissimi ragazzi che si identificano come Incel hanno incominciato a scrivermi.
Cosa ti chiedono?
Di aiutarli a capire come mai non riescono a sbloccarsi ad avere successo in ambito sessuale. Sono ragazzi che vanno dai 20 ai 30 – 35 anni più o meno. E tutti mi chiedono di dargli una mano a capire qual è il problema.
Quanto è diffuso in Italia questo fenomeno? Abbiamo dati affidabili?
Allora, c'è uno studio della Commissione Europea che dice che l'Italia in Europa è al quarto posto per numero di Incel, valuta però solo forum, quindi è la punta dell'iceberg. Quanti siano in Italia è difficile dirlo, secondo me è un problema che potrebbe riguardare fino al 20% degli uomini.
Addirittura?
Sì, perché è un problema molto comune, poi in alcuni casi è lieve, c'è però una minoranza di uomini, non inferiore dal mio punto di vista al 10% che tende a cronicizzarsi, e questa condizione rischia di diventare potenzialmente patologica.
Quali sono i tratti comuni che emergono nei ragazzi che si riconoscono nel mondo Incel?
Allora devo dire che il fenomeno è piuttosto eterogeneo. Io preferisco identificarli in diverse categorie. C'è sicuramente l'Incel dismorfofobico, cioè è colui che si identifica come brutto e quindi ha identificato come causa della propria condizione di Incel il proprio corpo, comincia a ossessionarsi sui capelli, sulla statura o sul peso.
Ecco, io ho parlato con diversi ragazzi Incel e di solito tutti come prima cosa dicevano "io sono brutto, faccio schifo alle donne per questo sono Incel". È veramente così? O una percezione distorta?
Guarda, io ne ho visti e posso dire che potrebbero esserci alcuni fattori che ricorrono, per esempio l'altezza un po' sotto media, sono stime, non ci sono studi, ma devo dire che molto spesso si ossessionano su aspetti del proprio corpo che a mio avviso non hanno alcun tipo di rilevanza. Comunque in quasi nessuno dei casi che io ho visto il corpo poteva essere considerato il vero problema, ce n'erano altri molto più evidenti.
Appunto. Torniamo alle classificazioni che mi dicevi.
Oltre agli Incel dismofofobici ci sono gli Incel fobici, ovvero che non riescono a provarci con le ragazze perché ha paura, del rifiuto, del giudizio. Questo perché di solito hanno una bassa autostima in generale. Ci sono poi persone con un forte deficit nella comunicazione emotiva. Spesso questa categoria è molto razionale, potremmo chiamarli Incel iper razionali. Con avanzate capacità logiche, spesso sono anche ingegneri, informatici, matematici.
Sempre nei gruppi tantissimi ragazzi si definivano autistici o neurodivergenti. Farebbero parte di questa categoria?
Sì, questi che ti sto descrivendo sì, diciamo si vede chiaramente perché sono inespressivi, fanno fatica a esprimere emozioni sia di gioia che di tristezza. Non riescono a flirtare o a riconoscere i segnali delle donne à e questo gli rende di fatto impossibile riuscire a creare una connessione emotiva con una ragazza e di conseguenza arrivare all'atto anche sessuale o alla frequentazione.
Quindi queste sono le tre categorie principali.
Esatto poi questi tratti possono anche sovrapporsi ma di solito ce n'è uno che prevale.
In tutto questo dove inseriamo la misoginia?
La misoginia di solito è una conseguenza, una deriva, una patologicizzazione. Vai a a colpevolizza un intero gruppo di persone, in questo caso le donne, per la tua condizione. Non tutti chiaramente odiano le donne, di solito però chi entra nei forum o nei gruppi viene contagiato dalla misoginia.
Cosa trova un ragazzo in questi spazi virtuali che non trova altrove?
Lo spinge ad entrare il fatto che non se ne parla, gli Incel si vergognano, non vogliono raccontare ad amici, genitori, perché hanno paura che li giudichino da un lato, dall'altro sono temi che sono rimasti dei tabù. Quindi cosa fanno? Un po' quello che facciamo tutti noi quando sentiamo un dolore o un sintomo: si va a cercare su internet. Così poi finiscono dentro ai gruppi.
Quanto contano i forum, le piattaforme e i social network nella radicalizzazione o nel rafforzamento della misogina?
Tantissimo. Questi ragazzi invece di trovare un adeguato supporto psicologico, si ritrovano dentro gruppi pericolosi. Chi entra è incentivato a stare male perché più stai male, più vieni accettato. Quindi è come se fossero dei gruppi di aiuto ma all'inverso. Invece di aiutarsi a vicenda ci si butta giù, alimentando anche narrazioni della realtà, come la Red Pill.
Ci sono quelli che definiscono le donna NP, non persone o le classificano come biologicamente immorali, cioè, ritengono che i criteri di selezione sessuale delle donne siano biologicamente, portati a favorire gli uomini più violenti più barbari.
Io sono entrata in queste chat e ho letto cose terribili, violente nei confronti delle donne, soprattutto nei gruppi Black Pill…
Lì è la follia, ovviamente è quello è il livello più grave, più patologizzato. La maggior parte per fortuna non è violenta, però è chiaro che poi c'è anche il ragazzo antisociale che finisce a fare una strage, molti di quelli che hanno fatto stragi riconducibili all'universo Incel sono stati in qualche modo fomentati da questo clima di odio nei confronti delle donne.
Ecco queste camere di risonanza che impatto hanno sulla realtà?
Allora, per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi, secondo me, rimane solo l'aspetto della violenza verbale, che comunque non va sottovalutato, ma non non si traduce in violenza fisica. In generale però le persone vengono influenzate da quel clima di odio e di solitudine.
Rimanendo sul piano della realtà. Parliamo di cultura patriarcale, controllo, in ultimo il femminicidio. Che legame c'è con l'universo Incel?
Io credo che il fenomeno Incel nasca proprio dall'incapacità di alcuni uomini, di accettare l'emancipazione femminile. Fino a non molti anni fa la donna, essendo in una condizione di debolezza sociale, era costretta a sposarsi e quindi scegliere un uomo per sopravvivere, ma anche per pressioni sociali. Questo faceva si che anche gli uomini "meno selezionabili" trovassero una compagna.
Con l'emancipazione della donna, l'emancipazione del potere economico della donna, è chiaro che tutta una fetta di uomini con determinate caratteristiche psicofisiche (ma soprattutto psicologiche) rimane escluso. Davanti ai rifiuti si arrendono e accettano una condizione che però è inaccettabile, cha fa soffrire moltissimo, si sentono, soli, isolati, esclusi.
Questa situazione spinge anche a pensieri suicidi? Sempre nei forum ho letto frasi autolesioniste.
Certo. Pensa che c'è anche una sezione di Reddit chiamata Il cimitero degli Incel dove vengono raccolti i messaggi lasciati negli anni degli uomini Incel che si sono tolti la vita. Chiaramente essendo online non sappiamo esattamente cosa è successo se erano messaggi reali o per attirare l'attenzione. Però sicuramente questo tipo di condizione porta alla depressione e quindi anche al rischio di suicidio.
Ci sono però anche tante donne che non riescono magari a trovare un compagno per gli stessi motivi. Perché non si è creato un movimento alternativo? Le donne Incel sono veramente una minoranza.
Questo è interessante. Secondo me per diversi motivi, sicuramente virgin shaming colpisce soprattutto gli uomini. L'uomo che non riesce a fare sesso è stigmatizzato. Quindi secondo me il fenomeno Incel è legato soprattutto al maschio eterosessuale proprio perché nasce da delle dinamiche culturali che mettono questo tipo di pressione sugli uomini. Questo combinato come dicevamo all'emancipazione femminile e alla cultura patriarcale.
C'è un episodio, una frase, qualcosa che ti ha detto un ragazzo Incel durante il percorso di terapia e che ti ha colpito particolarmente?
Eh, ce ne son tante. Sicuramente quello che mi mi spaventa di più è quando mi trovo davanti a chi alimenta l'odio verso le donne. Ecco quello mi spaventa.
I genitori o le persone che sono vicine se ne accorgono? Quali sono gli allarmi da intercettare?
Beh, sicuramente insomma, se vedi degli atteggiamenti misogeni è un campanello d'allarme e insomma, potresti porre qualche problema. Spesso però anche quando se ne parla i genitori riducono il problema a "prima o poi arriverà quella giusta", una risposta passiva che spinge i ragazzi a non affrontare il problema perché tanto prima succederà. Questo è falso, e soprattutto favorisce la cronicizzazione del problema, perché ci sono dei casi in cui, purtroppo, alcuni arrivano a 30 anni con questo mito che tanto prima o poi succederà. In generale però il problema sta alla base perché credo che nella maggior parte dei casi il problema è il tabù sul sesso. Non se ne parla.
Ecco, quanto pesa il vuoto educativo e culturale legato all’affettività e alla sessualità maschile?
Pesa tantissimo, ma perché le famiglie spesso hanno paura a parlare di sesso, non riescono a parlare di ruoli di genere. Anche a scuola è difficile molti non vogliono che si parli di educazione sessuale perché pensano che parlare di transessualità favorisca la transessualità o parlare di omosessualità favorisca l'omosessualità. Cose assurde. E quindi l'educazione sessuale è delegata al porno che mostra una mascolinità dominante e le donne in un ruolo sottomesso.
È possibile “uscire” da questo universo?
Sì, ma si deve fare un lavoro anche dal punto di vista culturale, educare sicuramente ma anche togliere lo stigma sulla verginità maschile. Poi si affronta sensibilizzando, secondo me, anche gli psicologi. Perché molti psicologi non conoscono il fenomeno e i ragazzi si rivolgono poi a coach di seduzione o guru su internet. Quindi, c'è anche una responsabilità, secondo me, del settore sanitario che sta un po' ignorando questo problema.
Cosa direbbe oggi a un ragazzo che si definisce Incel e che magari sta leggendo quest’intervista?
Io direi che la condizione Incel non è, come dicono i cosiddetti black pillati, una condizione genetica. Se ne può uscire, bisogna riconoscere che la condizione in sé è una condizione grave che provoca sofferenza, ma che può essere affrontata o curata. Bisogna fare un percorso psicologico e iniziarlo il prima possibile per evitare la cronicizzazione. Magari non c'è niente di grave, però meglio chiedere un consulto.
