Che fine ha fatto Giuliana Florio: la regina delle live su è tornata e ha qualcosa di diverso

Ve la ricordate Giuliana Florio? Sì quella delle live NPC su TikTok. Non vi dice niente? Forse vi aiutano frasi come: “Frr Rha”, “Frr Rha” oppure “O cor sacr di San Gennar”. Ecco, qualche anno fa si era trasformata in un fenomeno di TikTok, con annesso tormentone. Oggi è tornata sui social in versione cantante con il nome di Grose e sta già facendo parlare molto di sé. Non solo per la viralità dei suoi brani estremamente orecchiabili, ma anche per una serie di critiche ricevute sui social legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Qui il nostro esperimento di una canzone fatta con gli algoritmi. L’abbiamo intervistata per farci raccontare il suo nuovo progetto e darle modo di rispondere a chi l’accusa di aver sfruttato l’AI in maniera furbetta. Andiamo però con ordine.
Giuliana Florio arriva sugli schermi di TikTok qualche anno fa con un’idea tanto semplice quanto geniale: importare un trend che aveva spopolato all’estero iniziando a fare delle dirette in cui interpretava un Non Playable Character (NPC, appunto): sarebbero quei personaggi non giocanti all’interno dei videogame, che fanno da contorno, ma che se stimolati dal giocatore hanno comunque una reazione che corrisponde a una determinata azione. Riportandola a TikTok, Giuliana Florio si posizionava davanti alla telecamera con il suo atteggiamento ondulante, tipico degli NPC dei videogiochi. Poi si attivava ogni volta che uno degli spettatori delle sue dirette le inviavano una piccola mancia attraverso TikTok.
"Il mio primo grande esperimento sui social"
“Sono state il mio primo grande esperimento social, e fin dall’inizio, anche prima che succedesse tutto quello che poi è accaduto, avevo stabilito una durata limitata per la performance", spiega Giuliana Florio a racconta. "Quindi, anche dopo la visibilità che ne è seguita, ho comunque voluto restare coerente con le mie intenzioni iniziali, perché, semplicemente, per me non aveva senso portarla avanti all’infinito. Gli obiettivi che mi ero prefissata non avevano principalmente a che fare con il raggiungere grandi numeri, ma con il capire meglio certe dinamiche algoritmiche delle piattaforme. Per cui, una volta osservato ciò che mi interessava capire, la performance si è conclusa, senza ostinazione ossessiva nel produrre contenuti per una mera questione di hype”.
Il boom porta Giuliana a fare interviste, partecipare a eventi e, ovviamente, ottenere decine di migliaia di follower in pochissimo tempo. La creator diceva che quest’attività era un modo per attrarre pubblico e attenzione mediatica per permetterle poi di dedicarsi anche a un progetto musicale a suo nome. Da questo successo, infatti, lancia anche una canzone, “Frr Rha”, pubblicata su Spotify. Come ci ha raccontato la decisione di interrompere la produzione di quel tipo di contenuti era preventivata, per lanciarsi ora sulla musica: “Si tratta semplicemente come qualcosa che mi appartiene. Finalmente ho deciso di rendere pubblici i brani che scrivo da anni, lasciati a lungo giacere nel buio del mio cassetto”.
La nuova vita di Grose
In questa estate, infatti, Giuliana Florio è tornata con una nuova identità, quella di Grose: niente più live, niente più NPC (tutti i contenuti sul tema sono stati cancellati), solo il suo volto e la sua voce. Almeno a un primo impatto. Ci spiega, però, che non si tratta di una rivoluzione: “Adottare Grose come nome d’arte non rappresenta un cambio d’identità, ma un ritorno a una parte che è sempre esistita di me. Si tratta, infatti, di uno pseudonimo nato ai tempi del liceo artistico. Per le live NPC, scelsi volutamente di usare il mio nome e cognome, Giuliana Florio. Nel momento in cui ho deciso di condividere la mia musica, invece, è stato naturale tornare al nome d’arte che ho sempre avuto. Non penso che le persone che mi hanno conosciuta precedentemente abbiano difficoltà a riconoscermi solo perché uso un nome diverso. Forse le persone mi riconoscono proprio perché in ciò che faccio metto sempre la faccia, ma soprattutto la mia persona al 100%”.
Il suo comeback si articola in tre i brani, il più virale è intitolato “Gay” ed è quello che è stato tra i più utilizzati tra i suoni di TikTok nell’ultimo periodo. “Il più delle volte l’industria propone brani costruiti a tavolino, pensandoli come prodotti da vendere a un pubblico specifico, ma quando io scrivo una canzone preferisco non pormi limiti in base a logiche di mercato e concentrarmi piuttosto sul messaggio che voglio comunicare, o la situazione che voglio rappresentare, o ancora i sentimenti che voglio esprimere. Praticamente, la mia musica è rivolta a chi ha voglia di ascoltarla, senza parametri o restrizioni legate all’età, al sesso, all’orientamento o ad altri fattori del genere”.
La musica di Giuliana Florio è fatta con l'intelligenza artificiale?
Un riposizionamento che però ha fatto di nuovo parlare. Sì, perché questa svolta musicale ha suscitato diversi dubbi negli utenti dei social: il motivo? L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei suoi brani. Se il tema del brano "Gay", una persona che non riesce ad accettare il proprio orientamento sessuale, è contemporaneo ma non originalissimo a far scatenare i commenti degli utenti della rete è proprio la produzione della canzone, quasi interamente realizzata con l'impiego dell'intelligenza artificiale.
In realtà, nelle note sul brano di Spotify, l'utilizzo dell'AI per la realizzazione della canzone è dichiarata da Grose, ma molti dei suoi detrattori sostengono che il disclaimer sia arrivato solo in un secondo momento, una volta esploso il polverone sui social. Ascoltando più e più volte i suoi brani, infatti, si percepisce una certa pulizia della voce effettuata dalla macchina. Non solo, sul web hanno sostenuto che sia un modo per nascondere delle imperfezioni vocali più evidenti. Motivo per cui Grose non canta mai a cappella nei suoi video. Nel suo canale, però, si legge chiaramente: "Alcune tracce presentano voci e produzione migliorate utilizzando l'intelligenza artificiale sulla base di registrazioni vocali originali dell’artista e sulla sua visione creativa".
La risposta di Giuliana Florio
A queste accuse, Grose replica così: “Non la prendo sul personale. Non credo che le persone stiano criticando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte mia nello specifico. Anzi, per me è molto bello essere, in questo momento, una scintilla che nel nostro Paese sta contribuendo significativamente all’avvio di un dibattito su qualcosa di così grande, un cambiamento radicale, un fenomeno sociale e culturale che pian piano sta entrando in ogni aspetto della nostra vita, del nostro lavoro e del nostro modo di stare al mondo. Quindi ogni critica (positiva, negativa, favorevole o in disaccordo) penso sia preziosa. Per me si tratta di un nuovo modo di fare arte e sperimentarlo mi incuriosisce, anzi mi eccita”.
Grose ci tiene a precisare che l’avvertimento legato all’utilizzo dell’IA – che comunque non è bastato a risparmiarle le critiche di musicisti e creator – è stato inserito tempestivamente prima che scoppiasse il polverone: “C’era sin dalla pubblicazione del primo brano proprio con lo scopo di rivendicare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel processo produttivo, piuttosto che in quello creativo, soprattutto per una questione di posizionamento ideologico e culturale”, ha spiegato a Fanpage.
Poi la stoccata al movimento: “Il settore musicale, come tanti, non è totalmente meritocratico, poiché non tutti hanno accesso alle stesse risorse e opportunità. Molti artisti, non solo in Italia, sono di fatto prodotti costruiti a tavolino per funzionare sul mercato. Tanti altri, invece, magari indipendenti ma immensamente bravi, non emergono mai, anche a causa di risorse limitate. L’intelligenza artificiale, secondo me, rappresenta una rivoluzione enorme in questo senso: permette potenzialmente a chi non ha mezzi di realizzare in autonomia la propria musica, con una qualità non solo buona, ma in continua implementazioneì. Se l’idea è buona, funziona”.
Tuttavia, c'è da dire che l'utilizzo dell'AI nella produzione di un brano (e non nella fase di composizione), oltre al discorso etico, è legittimo se dichiarato come fatto dalla creator-cantante. In queste settimane sulle piattaforme stanno spuntando diversi artisti creati dall'AI, su tutti i Velvet Sundown, che hanno raggiunto il milione di ascoltatori su Spotify. L'intelligenza artifiale, in fondo, è uno strumento che stiamo iniziando a scoprire in diversi settori, musica inclusa, e quello di Grose potrebbe essere l'ennesimo esperimento legato a questo tool che sta rivoluzionando le nostre vite in maniera sempre più importante. Il caso NPC però insegna: Grose/Giuliana Florio è molto brava a creare hype intorno alla sua figura. E ci è riuscita ancora, con o senza IA.