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Intelligenza artificiale (IA)

ChatGPT ha superato per la prima volta un esame di giurisprudenza

Come hanno spiegato i professori che hanno testato il chatbot, in realtà l’intelligenza artificiale potrebbe diventare uno strumento prezioso per gli avvocati del futuro.
A cura di Elisabetta Rosso
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ChatGPT potrebbe tranquillamente laurearsi in giurisprudenza, non sarebbe forse il primo della classe, più “uno studente mediocre”, che, in ogni caso, si porta a casa un B+ all’esame di diritto costituzionale. Per dimostrarlo quattro professori di legge hanno deciso di trattare il chatbot come uno studente qualunque, e così ChatGPT si è trovato di fronte al suo primo semestre per diventare un avvocato.

Il test è stato fatto dall'Università del Minnesota, la 21° migliore scuola di legge del Paese, secondo US News & World Report. Quattro professori hanno chiesto a ChatGPT di rispondere a tutte le domande dei loro esami scritti. Il chatbot, al momento, è la “cosa” non umana più intelligente al mondo. Capace di scrivere un saggio filosofico su David Hume, comporre codici, chiedere consigli d'amore a Jane Austen e conversare su Tinder. Sfruttando intelligenza artificiale (IA), è in grado di rispondere a ogni domanda posta dagli utenti, ed è la prima volta che uno strumento così potente viene messo a disposizione del grande pubblico attraverso un‘interfaccia gratuita e immediata.

Per questo i professori di giurisprudenza hanno deciso di metterlo alla prova. Una volta compilati, i test di ChatGPT sono stati mischiati con i compiti degli altri studenti, per non renderli riconoscibili, e hanno iniziato a correggere alla cieca. I professori hanno chiesto a ChatGPT di sostenere gli esami delle seguenti materie “illeciti, benefici per i dipendenti, tassazione e aspetti del diritto costituzionale”. I test erano composti da 95 domande a scelta multipla e 12 domande a risposta aperta.

I risultati del chatbot

L’esperimento ha rivelato che ChatGPT funziona meglio nella scrittura libera, più debole invece sulle domande a crocette. Eppure anche i saggi corretti dai professori non erano del tutto corretti. "Nelle risposte aperte ChatGPT ha mostrato una forte conoscenza delle regole legali di base e un'organizzazione e una composizione solide", hanno scritto gli autori. "Tuttavia, ha faticato a identificare le questioni rilevanti e spesso ha applicato solo superficialmente le regole ai fatti rispetto ai veri studenti di legge".

Come spiegano i professori, le valutazioni di ChatGPT hanno oscillato tra un B+ e un C+. In poche parole il chatbot potrebbe prendere una laurea in giurisprudenza, non con i massimi voti, certo, ma non è stato bocciato nemmeno a un esame. "ChatGPT sarebbe uno studente di giurisprudenza piuttosto mediocre", ha spiegato il professore a capo dello studio Jonathan Choi, che ha collaborato con i colleghi Kristin Hickman, Amy Monahan e Daniel Schwarcz. 

ChatGPT come strumento pet gli avvocati

"Il potenziale maggiore del chatbot per la professione, è che un avvocato potrebbe utilizzare ChatGPT per produrre una prima bozza approssimativa e rendere la propria pratica molto più efficace", ha spiegato Hickman. E infatti esiste già un avvocato robot che, per la prima volta, difenderà un cliente in tribunale. L’intelligenza artificiale GPT “entrerà” in un'aula inglese a febbraio, e il caso potrebbe diventare un precedente “per sconfiggere la burocrazia e tagliare le spese altissime degli apparati legali”, ha spiegato Joshua Browder, il Ceo e fondatore di DoNotPay, che sta usando ChatGPT per le cause legali più semplici, come pagare le multe o richiedere i rimborsi per i biglietti aerei.

L'IA bandita dalle scuole

I professori dell’Università del Minnesota al momento hanno bandito ChatGPT dalle reti della scuola per evitare che gli studenti usino il chatbot per copiare. Non sono gli unici. Anche tutte le scuole di New York hanno deciso di sospendere l’uso del chatbot. In diversi casi infatti gli studenti sono accusati di plagio dai professori che hanno scoperto le tracce dell’IA dentro i test universitari.

In realtà sono già a disposizione degli strumenti per verificare se un testo è figlio o meno di un umano. Edward Tian ha 22 anni, un ingegnere informatico della Princeton University, durante le vacanze di Natale ha progettato GPTZero, capace di “decifrare in modo rapido ed efficiente se un essere umano o ChatGPT ha scritto un saggio”. Ha deciso di creare l’app per contrastare l’aumento di plagi in ambito scolastico e universitario.

A dicembre, invece Scott Aaronson, ricercatore di OpenAI, ha rivelato che la società sta lavorando a una nuova soluzione per "filigranare" il testo generato da GPT con un "segnale segreto impercettibile" che permette di identificare la fonte. ChatGPT potrebbe anche diventare una risorsa in ambito scolastico, Antonello Giannelli, presiedente dell’Associazione presidi italiani ha infatti spiegato come sarà necessario integrare il chatbot nell’apprendimento didattico. Un modo anche per far conoscere e imparare a usare l’intelligenza artificiale che plasmerà il futuro.

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