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Bloccato l’accesso libero a Pornhub in Italia, da novembre c’è la verifica dell’età: stop anche a OnlyFans

Dal 12 novembre Pornhub e altri 47 siti pornografici non potranno più essere visti con accesso libero in Italia. Sarà necessaria la verifica dell’età. Non sono ancora chiare le modalità con cui verrà regolato l’accesso.
A cura di Valerio Berra
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L’elenco finale comprende 48 siti con materiale pornografico. AgCom ha pubblicato la lista di tutti i portali che a partire dal 12 novembre dovranno bloccare l’accesso libero degli utenti. Non vuol dire che chiuderanno, vuol dire però che sarà obbligatorio confermare che gli utenti siano maggiorenni. Nell’elenco ci sono anche Pornhub e OnlyFans. E no. Non basterà l’autocertificazione in stile “Clicca qui se sei maggiorenne”.

Il provvedimento di AgCom si può trovare sul sito ufficiale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il nome completo della tabella è Lista AGCOM dei soggetti ex art. 13-bis del Decreto Caivano e delibera n. 96/25/CONS. Oltre a Pornhub e OnlyFans ci sono anche YouPorn, XNXX e LupoPorno. Oltre ai siti con materiale pornografico ci sono anche portali di giochi erotici come Giochi Premium.

Cosa succede con la verifica dell’età

La fase in cui si entra è nuova per l’Italia ma non inedita su internet. Abbiamo già visto casi simili negli Stati Uniti. Negli ultimi due anni abbiamo raccontato più volte dell’introduzione della verifica dell’età per la visione di materiale pornografico. Nello specifico le modalità in cui bisogna verificare l’età degli utenti si possono trovare nella delibera AgCom 96/25/CONS. Ora. La verifica dell’identità prevede comunque l’anonimato. Quindi in linea teorica verrà garantita riservatezza agli utenti maggiorenni che vogliono accedere ai siti pornografici. Non è ancora chiaro quali passaggi saranno necessari.

Il ruolo dello Spid e il doppio anonimato

Tra le interpretazioni di queste ore gira anche l’ipotesi dello Spid. Per entrare su un sito pornografico quindi sarebbe necessario prima accedere con l’identità digitale. Vedremo quale sarà il punto di caduta ma leggendo la documentazione sembra che lo Spid non risponda al criterio del “doppio anonimato”, considerato invece essenziale. Leggiamo dall’Allegato A:

“Il sistema SPID, ad esempio, non risulta, ai fini dell’attuazione delle disposizioni di cui all’art.13-bis della legge 13 novembre 2023, n. 123, pienamente conforme alle specifiche tecniche AGCOM di seguito 5 indicate (essenzialmente nella parte in cui è prescritto il c.d. doppio anonimato), nel momento in cui si trasferisce all’Identity Provider la richiesta di autenticazione del Service Provider, che contiene il nome a dominio del sito visitato. Infatti, tale sistema di autenticazione SPID consente all’Identity Provider di conoscere il particolare sito/piattaforma visitato dall’utente e non è da escludere che tale informazione venga memorizzata all’interno dei sistemi dell’Identity Provider”.

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