Bambole del sesso con la faccia da bambina in vendita su Shein: il caso francese

Sul sito di Shein si possono comprare bambole sessuali dall'aspetto chiaramente infantile. A denunciare il caso è stata la Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e la repressione delle frodi (DGCCRF), l’ente governativo che vigila sulla correttezza delle pratiche commerciali in Francia.
Secondo la DGCCRF, la descrizione e la classificazione dei prodotti sul sito “rendono difficile dubitare della natura pedopornografica del contenuto”.
La notizia arriva in un momento delicato per Shein, che si prepara ad aprire il suo primo negozio fisico permanente proprio a Parigi, all’interno di un grande magazzino nel cuore della capitale. Un’operazione simbolica per il marchio noto per i prezzi stracciati e un modello di business spesso criticato per l’impatto ambientale e le condizioni di lavoro nella sua filiera.
Il caso delle bambole gonfiabili: la risposta di Shein
La DGCCRF ha denunciato il caso alla Procura della Repubblica e all’Arcom, l’autorità francese che regola i media e le piattaforme online. La vicenda potrebbe dunque avere sviluppi giudiziari.
Contattata dalla BBC, Shein ha dichiarato di aver rimosso immediatamente gli articoli incriminati non appena venuta a conoscenza del problema. L’azienda, fondata in Cina ma con sede legale a Singapore, ha precisato che i prodotti erano stati inseriti da venditori terzi sulla sua piattaforma e che è in corso un’indagine interna per capire come tali inserzioni siano riuscite a superare i controlli automatici del sito.
“Stiamo effettuando una revisione approfondita per individuare e rimuovere eventuali articoli simili ancora presenti nel nostro marketplace”, ha aggiunto un portavoce.
Shein e le criticità del modello “fast fashion”
Negli ultimi anni, Shein è diventato uno dei protagonisti dell’economia “fast fashion”, attirando soprattutto un pubblico giovane grazie a un marketing aggressivo sui social e a un catalogo sterminato di capi aggiornato di continuo. Tuttavia, la piattaforma è stata più volte accusata di scarsa trasparenza, di plagio nei confronti di designer indipendenti e di carenze nei sistemi di controllo sui contenuti venduti da terzi.
L’inchiesta francese aggiunge dunque un nuovo capitolo alle polemiche che accompagnano l’espansione globale del marchio, mettendo in luce i rischi di un modello commerciale che si affida a un’enorme rete di fornitori e venditori online, spesso difficili da monitorare con efficacia.