Attenzione alle chiamate che iniziano con +30: ora la truffa del wangiri sfrutta anche il prefisso greco

Della truffa del wangiri vi abbiamo parlato più volte. È una delle tecniche più usate dai cybercriminali per mettere a segno il loro piano e costringere la vittima a richiamare numeri a cui sono in realtà associati costi telefonici profumatissimi. Il termine "wangiri", dal giapponese, significa letteralmente "uno squillo e giù": infatti la truffa consiste nel far squillare il numero della vittima per pochissimo, in modo che non riesca a rispondere, così da indurla a richiamare. A quel punto, dall'altro lato del telefono qualcuno risponde. Spesso è un messaggio registrato, lo scopo è sempre lo stesso: fare in modo che la chiamata duri più a lungo possibile.
Questo genere di chiamate-truffa arriva spesso da prefissi stranieri, ma non sempre. Di recente infatti i cybercriminali hanno messo a punto un modo per camuffare il numero da cui parte la chiamata e farlo sembrare italiano. In passato sono stati segnalati molti tentativi di truffa da numeri che avevano il prefisso della Spagna (+34), della Francia (+33) e dei Paesi Bassi (+31). Ora sembra che i cybercriminali stiano usando un altro prefisso per ingannare i malcapitati, quello greco (+30).
Le nuove truffe dalle chiamate con il prefisso greco
Come segnala Hdblog, molti utenti hanno segnalato di aver ricevuto in questo periodo chiamate da numeri con il prefisso +30 apparentemente molto strane. Parliamo di chiamate velocissime, al massimo uno squillo, oppure di chiamate mute, in cui effettivamente nessuno parla. L'obiettivo dei truffatori è quello di incuriosire la potenziale vittima e indurla a richiamare. Se si tratta davvero di una truffa del wangiri, nella migliore delle ipotesi questa chiamata ci costerà tantissimo a causa degli elevati costi di chiamata.
Ma questo non è l'unico rischio: può anche infatti capitare che durante la chiamata il malcapitato sia indotto, consapevolmente o no, a sottoscrivere servizi a pagamento o a dare ai truffatori i propri dati sensibili. A volte, ad esempio, i truffatori usano l'esca di un guadagno facile o della vincita di un premio, cercando di ottenere dalla vittima i dati sensibili, compresi i dati bancari.
Cosa fare per proteggersi
Per evitare di finire nella trappola dei truffatori la prima cosa da fare è non richiamare numeri sconosciuti, soprattutto se hanno un prefisso straniero. Anche se oggi lo spoofing – ovvero tutte quelle truffe che falsificano l'identità del soggetto da cui parte la comunicazione – riesce a simulare anche numeri con prefisso italiano.
Può essere anche utile attivare il filtro anti-spam, di cui ormai sono dotati tutti gli smartphone, oppure scaricare un'app studiata per aumentare la protezione anti-spam. Se invece non si vuole ricevere più chiamate di telemarketing, è possibile iscrivere il proprio numero al Registro delle Opposizioni.
Come capire se il numero è sospetto
Se invece volete provare a verificare la provenienza del numero, potete cercarlo su Google oppure consultare il programma messo a disposizione dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che permette di verificare se il numero è associato a uno dei soggetti censiti nel Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC). Questo elenco riporta infatti tutti gli operatori attivi nel settore delle comunicazioni.
A ogni modo, la regola d'oro resta non richiamare numeri sconosciuti e soprattutto non confidare mai i propri dati personali, né tanto meno quelli sensibili, come i dettagli del proprio conto corrente e altre informazioni di tipo finanziario.